Truffe su Internet, nove denunciati

Dai finti telefoni alle case di montagna inesistenti. I raggiri sul Web intercettati dalla Polizia postale comasca

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La cuccia per cani costata 3.300 euro e mai vista, il telefono cellulare da 500 euro, le scaffalature da 1.500 euro, il rinnovo della polizza assicurativa e gli asciugacapelli di marca del valore di quasi 700 euro. Tutta merce per la quale sono stati perfezionati pagamenti e transazioni, senza mai vedere la merca acquistata. La truffa che si consuma on line, passa dalle grosse piattaforme come subito.it, segugio.it, airbnb o ebay, dove chiunque può aprire un profilo e contattare acquirenti e venditori, sfuggendo ai controlli di affidabilità.

In molti casi, l’autore del raggiro, o perlomeno il referente della transazione, vengono identificati e raggiunti da avvisi di conclusione delle indagini o di rinvio a giudizio. Soggetti ai quali, in alcuni casi, viene contestata anche la recidiva, a dimostrazione di come il raggiro on line, non sia un’attività occasionale. Come Fabio Mafrica, cinquantaduenne di Trezzano sul Naviglio, che secondo la Procura sarebbe l’autore di un raggiro avvenuto durante l’acquisto di una cuccia per cani da parte di un comasco, per la quale ha versato su una PostePay 3399 euro seguendo improbabili indicazioni, mai più rivisti. Oppure il terzetto composto dai tarantini Francesco Di Napoli, 22 anni, Giulio Fagotti, 47 anni e Christian Vozza, 28 anni, che sarebbero gli autori di un truffa legata alla vendita di un telefono Xiaomi del valore di 260 euro, ottenendo il versamento doppio, con la promessa – ovviamente non mantenuta - di restituire la cauzione alla consegna del pacco. A Napoli, l’avviso di conclusione delle indagini per truffa ha raggiunto in questi giorni Vincenzo Lettieri, 39 anni e Daniel Kulak, 46 anni, accusati di essere riusciti a incassare, da una comasca, 300 euro per l’acquisto di un paio di telefoni cellulari, mai arrivati al destinatario. Massimo Matera, foggiano di 35 anni, a dicembre scorso aveva invece messo in vendita due asciugacapelli di marca Dyson al prezzo di 675 euro, arrivando a pattuire, con un acquirente di Carugo, anche i termini per il versamento del denaro, per poi rendersi irreperibile quando la merca non veniva consegnata.

Le denunce, alla Procura di Como, sono arrivate anche per raggiri negli affitti di case vacanza in montagna: Fabio Scotti, napoletano di 37 anni, avrebbe così incassato da una donna comasca 500 euro come acconto di una casa forse inesistente a Madonna di Campiglio, per poi dileguarsi. Infine in due casi gli indagati – rispettivamente Vincenzo Simone, 48 anni e Raffaele De Felice, 23 anni, entrambi napoletani – si sarebbero finti intermediari assicurativi, incassando 578 e 408 euro.

Paola Pioppi