Como, ragazzo investito e ucciso: il giallo dell'auto che passa due volte

Si stringe il cerchio attorno al pirata che avrebbe investito Gaetano Banfi

La polizia nel luogo dove è stato trovato il ragazzo

La polizia nel luogo dove è stato trovato il ragazzo

Como, 30 ottobre 2019 - E' l’unica auto passata un paio di volte nel luogo in cui è stato investito e ucciso Gaetano Banfi, all’alba di domenica 20 ottobre, in un orario compatibile con l’incidente. Dopo aver visionato decine di immagini di telecamere dell’intera zona, la Squadra Mobile della Questura di Como avrebbe individuato il possibile investitore del ventiduenne, morto poco dopo essere stato soccorso dal 118. Un’auto che più di altre appare compatibile con gli orari dei transiti, l’unica ad essere passata due volte da quella rampa di via Clemente XII. 

L’orario esatto dell’investimento è stato circoscritto alle 5.30: gli investigatori hanno quindi esaminato tutti i passaggi di auto avvenuti tra le 5.20 e le 5.44, quando un automobilista ha notato il corpo a terra e ha dato l’allarme. I soccorritori avevano trovato il ragazzo steso a terra, gravemente ferito e in stato di incoscienza, ma ancora vivo. Era stato intubato e trasportato velocemente al pronto soccorso del Sant’Anna, dove aveva smesso di vivere meno di un’ora dopo, senza mai riprendersi. 

Quando è stato soccorso, aveva una mano in tasca: forse un tentativo di cercare il telefono cellulare per chiamare aiuto, prima di perdere completamente le forze. Successivamente l’autopsia svolta dal medico legale Giovanni Scola, ha stabilito che l’urto era avvenuto mentre il ragazzo era steso a terra, e che quella ferita profonda nella parte destra del cranio sopra l’orecchio, che ne aveva causato la morte, era la conseguenza di uno schiacciamento. Fino a quel momento, gli spostamenti del ventiduenne sono stati ricostruiti con sempre più precisione: a partire dalle 4.10, quando un’amica con cui aveva trascorso la serata, lo ha lasciato davanti all’area di rifornimento di piazza Camerlata. Gaetano ha camminato a piedi lungo via Pasquale Paoli, è arrivato fino a casa in via Spartaco a Rebbio.

Ma poi è ritornato indietro: l’ipotesi più probabile è che avesse dimenticato le chiavi, e non volesse svegliare la madre nel cuore della notte. Ha ripreso a gironzolare, fino a raggiungere quella rampa dove è finito a terra ed è stato travolto. Ora, al termine di un lungo lavoro di acquisizione, analisi e incrocio dei dati estrapolati dalle telecamere individuate lungo via Pasquale Paoli, e soprattutto tra via Cecilio e via Clemente, la polizia non solo ha ricostruito il percorso seguito dalla vittima, ma anche isolato le auto di maggiore interesse. Nelle ultime ore, le attenzioni si sono concentrate in modo particolare su una di queste automobili, i cui passaggi – ne sono stati osservati due - potrebbero essere compatibili con l’incidente. Non è quindi escluso che a breve ci possano essere ulteriori sviluppi, se la direzione delle indagini, in queste ultimissime ore, si confermerà corretta.

La polizia è infatti alla ricerca di ulteriori dettagli o elementi che possano confermare i sospetti relativi al coinvolgimento dell’auto ritenuta di interesse, anche tenendo in considerazione le informazioni fornite da alcuni cittadini. Nessuno ha assistito all’incidente, ma qualcuno ha notato particolari che si sono rivelati utili. Nei giorni scorsi anche la polizia stradale ha svolto un sopralluogo, arrivando a isolare il punto esatto in cui è avvenuto l’investimento, sulla rampa buia, totalmente priva di illuminazione, e senza marciapiede, sulla quale Gaetano si era avviato a piedi, da cui non passano tantissimi veicoli. Se sarà confermato che l’incidente è avvenuto alle 5.30, si avrà la certezza che il ragazzo è rimasto un quarto d’ora steso a terra, con quella gravissima ferita che ne ha causato la morte. La telefonata ai soccorritori è infatti giunta alle 5.44, da parte di un automobilista che stava a sua volta percorrendo quella rampa: ma ormai per lui non si poteva fare più nulla.