Ticosa, l’appalto era sbagliato

Como, un anno buttato al vento a causa di un errore degli uffici comunali sulla gara per la bonifica

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di Roberto Canali

La maledizione della Ticosa ha colpito di nuovo, questa volta gli uffici di Palazzo Cernezzi che si sono accorti con colpevole ritardo di aver sbagliato la procedura di gara per la bonifica dell’ex tintostamperia. Che qualcosa di strano era successo lo si era capito già un paio di settimane fa quando, al momento della firma dell’appalto, il consorzio di aziende che aveva vinto si era ritirato cogliendo di sorpresa la Giunta. Quando si stavano già prendendo contatti con la seconda e la terza classificata per rimediare ci si è accorti che l’intera gara di appalto era viziata da errori e quindi tutto il procedimento andava rifatto.

"Ieri è stata inviata a tutti i concorrenti una comunicazione di avvio del procedimento di annullamento della procedura di gara – si legge in una nota diffusa dal Comune –. Questo per consentire alle aziende di presentare osservazioni o manifestare il loro interesse contro la revoca degli atti. Il procedimento verrà concluso entro i prossimi 30 giorni". Sommando a tutto il tempo perso per la gara si arriva a oltre un anno, buttato letteralmente per “vizi nella documentazione della gara”. Analizzando i requisiti delle aziende arrivate seconde e terze in graduatoria gli uffici hanno scoperto che non sono mai state pubblicate in Gazzetta "le modifiche essenziali ai documenti di gara intervenute nel corso della procedura" e addirittura sono stati configurati erroneamente "i requisiti di legge per lo smaltimento di rifiuti speciali". Insomma, tutto il bando o quasi era sbagliato e anche per questo, forse, la vincitrice, accorgendosi che stava per infilarsi in un guaio, ha pensato di fare marcia indietro quando ancora era in tempo.

"A Como sembra di stare dentro “Ai confini della realtà” – il commento di Stefano Fanetti, capogruppo del Pd -. Nel corso degli ultimi 2 anni sono state fatte conferenze stampa trionfali, presentati roboanti masterplan, ma in realtà il piano di recupero della Ticosa da parte dell’amministrazione era bacato fin dal primo momento. Siamo nuovamente a zero e, contrariamente a quanto sostenuto pubblicamente dall’assessore Galli, non sarà possibile passare l’incarico alle altre aziende in graduatoria. Landriscina e la Giunta hanno fatto perdere alla città almeno un anno, promettendo tutto ma lasciandoci con un pugno di niente. A questo punto esigiamo chiarezza: perché sono stati commessi errori così gravi? Perchè non sono stati corretti per tempo? Di chi è la responsabilità? Sindaco e assessore rispondano subito. Nel 2019 il Comune prometteva di restituire l’area dell’ex Ticosa ai cittadini. Si sono presi gioco di una città intera per tutto questo tempo".