Tesori di storia e civiltà ritrovati: la Lombardia sorprende tutti

Per gli archeologi tra le dieci scoperte più importanti a livello nazionale figurano le monete romane venute alla luce a Como, piroghe e palafitte riemerse a Isola Dovarese e i resti di un palazzo a Piuro

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Nell’anno della scoperta dei bronzi di San Casciano e della grande necropoli Romana al centro di Padova la Lombardia è comunque riuscita a distinguersi anche nel campo dell’archeologia. Anzi secondo la rivista ArcheoReporter sono addirittura tre i "colpi" messi a segno dagli studiosi nella nostra regione. Al quarto posto della classifica che mettere in ordine di importanza le scoperte in Italia c’è il tesoro romano di Como, ritrovato quasi per caso il 5 settembre del 2018 nel corso dei lavori di scavo sotto il palcoscenico del Teatro Cressoni. Anche se il ritrovamento risale a quattro anni fa per gli archeologi la scoperta è attuale visto che solo ora si sono conclusi gli studi sulle oltre mille monete d’oro, la metà coniate tra il 395 e il 472 d.C. nella zecca di Mediolanum (639 esemplari) e gli altri dopo il 455 (744 solidi) appena una manciata di anni prima la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, che per convenzione si fa risalire al 476 d.C. anno in cui fu deposto l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo.

Un pool di archeologi, storici, numismatici e scienziati ha studiato ogni aspetto del tesoro, che oltre alle monete conta anche alcuni gioielli, ma i segreti da svelare sono ancora tanti. Tra i pochi punti fermi c’è il periodo in cui fu sepolto, compresa tra aprile o luglio del 472 d.C. e il 22 ottobre o il 2 novembre dello stesso anno, ma rimane un mistero chi possa aver occultato in un recipiente di pietra ollare un simile patrimonio. Secondo gli studiosi potrebbe essere un ricco possidente, magari un senatore, legato a Ricimero che all’epoca controllava l’Italia settentrionale ma era in guerra con il suocero Antemio, oppure il tesoro potrebbe essere appartenuto a un’istituzione pubblica. Fatto sta che chi l’ha sepolto in grande fretta non è mai venuto a recuperarlo e così 1.500 dopo quelle monete sono diventate patrimonio di tutti.

All’ottavo posto della classifica c’è ancora la Lombardia con i "tesori" emersi nel corso dell’estate al letto del fiume Po e dell’Oglio. Tra Pomponesco in provincia di Mantova e Gualtieri in provincia di Reggio Emilia la primavera scorsa è stata ripescata una grossa chiatta affondata durante i bombardamenti alla fine della Seconda guerra mondiale con a bordo i resti di un semicingolato tedesco Sd. Kfz 11. A fine luglio a Isola Dovarese, nel letto dell’Oglio quasi prosciugato, sono comparsi i resti di alcune palafitte e due piroghe scavate da un unico tronco d’albero, risalenti al Medioevo. Infine in nona posizione i reperti rinvenuti nel corso degli scavi a Piuro, la "Pompei delle Alpi", in quello che era l’antico centro abitato sepolto sotto una frana nel 1618.