Como: una cordata salverà il teatro Politeama

C’è anche il Comune di Bellagio fra le 24 realtà che hanno risposto all’appello per soccorrere il vecchio teatro

L’interno del vecchio teatro

L’interno del vecchio teatro

Como, 23 febbraio 2021 - C’è anche il Comune di Bellagio tra ventiquattro “salvatori“ del teatro Politeama che nelle scorse settimane hanno risposto all’appello lanciato dal liquidatore, Francesco Nessi. "Le candidature ammesse rappresentano buona parte del tessuto culturale comasco – spiega Nessi - Abbiamo colto manifestazioni di interesse con soddisfazione, grazie al contributo di tutti speriamo di raggiungere un progetto sostenibile dal punto di vista finanziario e gestionale, per garantire un futuro al teatro. Si vuole privilegiare la valorizzazione culturale dell’immobile, questo non lo rendeva appetibile ai privati dal punto di vista immobiliare, per questo si è deciso di prenderlo in considerazione dal punto di vista di un metodo innovativo". Il Comune non starà a guardare, come ha garantito il sindaco Mario Landriscina. "Abbiamo vissuto momenti sconfortanti, ma non abbiamo mai abbandonato il campo. In qualche momento avrei potuto dire che la città non rispondeva e occorreva cambiare orientamento, ma abbiamo tenuto il punto e alla fine qualcosa si è mosso. Ci sono tre questioni che andranno chiarite nei prossimi mesi: la destinazione del Politeama, la sua messa a punto e la sua gestione che andrà garantita attraverso un piano industriale. Se sarà il caso il Comune prenderà in mano il bene, ma prima concluderemo questo percorso per stabilire la gestione e un progetto sostenibile. Siamo pronti a ristorare gli altri proprietari (una sessantina ndr.) che attualmente detengono il 18% delle quote".

Il piano verrà elaborato da un consesso di associazioni culturali e privati, in larga parte professionisti specializzati nel recupero di teatri e beni culturali. Tra le associazioni spiccano Aslico, il Conservatorio di Como, l’associazione Eleutheria, l’Accademia Giuditta Pasta, l’Associazione Como Film, Luminanda, Mondovisione, la Fondazione Volta, Parolario e l’Ordine degli Architetti di Como. "Tutti i soggetti sono stati verificati attraverso una procedura pubblicistica, secondo una logica di progettazione che all’estero viene utilizzata e ha delle possibilità di finanziamento concrete – spiega il project manager, Marco Fumagalli - Con il Recovery Found si andranno a predisporre dei bandi e noi saremo pronti. C’è interesse intorno a questo tavolo, adesso la sfida è capire che tipo di progetto e di proposte si potranno immaginare".