Albavilla, giallo in hotel: il cliente senza vita era un truffatore

Il thailandese vendeva ai connazionali vacanze inesistenti: si sarebbe suicidato per la vergogna

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Albavilla (Como) - Inizialmente si era pensato a un malore, quando il 45enne di origine thailandese, ospite del Best Western Hotel di Albavilla, era stato trovato senza vita nel letto della stanza che aveva affittato, venerdì mattina. Ma gli accertamenti svolti nei giorni successivi, grazie anche all’intervento del consolato, hanno consentito di ricostruire una storia diversa, e forse un’ipotesi ancora più drammatica.

L’uomo è infatti risultato essere un operatore turistico, organizzatore di viaggi tra il suo Paese d’origine e l’Italia, dove trovava gli alloggi e organizzava gli spostamenti per i connazionali che si affidavano a lui. Ma ultimamente pare che qualcosa non fosse andato per il verso giusto, creandogli quella preoccupazione e vergogna affidate a un messaggio lasciato sul suo profilo di Facebook. Qui, nell’ultimo post, parlava di una somma di denaro raccolta dai suoi ultimi clienti, che in cambio non avrebbero però avuto i servizi pagati. In pratica, l’uomo avrebbe raccolto circa due milioni di bath thailandesi, pari a 55mila euro – ma la cifra è decisamente esorbitante se rapportata al costo della vita in Thailandia – senza però garantire la prenotazione degli alloggi e del viaggio in Italia.

Una condotta di cui si vergognava molto, e di cui si scusava. Si è così fatta strada l’ipotesi che la sua morte debba essere ricondotta a un gesto volontario, commesso assumendo farmaci o altre sostanze che ora sono in corso di analisi, dettata dalla vergogna per la situazione in cui si trovava, unita a una condizione di depressione di cui già soffriva negli ultimi tempi. Nella stanza c’erano infatti diverse confezioni, tra cui benzodiazepine. L’autopsia, disposta dal sostituto procuratore di Como, Maria Vittoria Isella, ha stabilito che l’uomo è morto per edema polmonare, ma ora sono in corso le analisi tossicologiche.