Strage di Erba, il ministero chiede gli atti alla Procura

Tecnicamente si tratta di un procedimento pre-disciplinare. Nel novembre scorso la Cassazione disse sì a nuovi accertamenti

I coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo

I coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, condannati all’ergastolo

Como, 15 dicembre 2018 - Ispezione ministeriale sull'inchiesta sulla strage di Erba dell'11 dicembre 2006 che causò 4 morti e un ferito. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha chiesto infatti alla procura di Como gli atti su quanto avvenuto. In carcere, condannati in via definitiva all'ergastolo, ci sono i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, vicini di casa delle vittime. 

Olindo e Rosa sono stati condannati in via definitiva. Ci sono stati tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici. I ripetuti tentativi della difesa di far riaprire il caso, passando pure dalla Corte di giustizia europea, sono stati respinti. La Cassazione ha recentemente riconfermato il no ad altre analisi su reperti che i legali degli assassini vorrebbero esaminare.

Tecnicamente quella in atto non è un'ispezione, ma un procedimento predisciplinare - spiegano dal ministero, aggiungendo che sono sono numerosissime le procedure analoghe avviate ogni anno. Il 'filè è stato aperto al ministero i primi di agosto, quando alcuni reperti, prelevati sul luogo delle strage di Erba e mai analizzati, in quanto si trattava di elementi mai ammessi al dibattimento, furono distrutti dall'Ufficio corpi di reato presso il Tribunale di Como. Un passo compiuto, però, poco prima che la Cassazione si pronunciasse, su ricorso della difesa, sulla possibilità di eseguire in incidente probatorio esami irripetibili su quei reperti, così da cristallizzare eventuali prove.

A novembre, tra l'altro, con il deposito delle motivazioni si è saputo che la Cassazione, pur dicendo no all'incidente probatorio, ha lasciato aperta la possibilità per la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi di poter far eseguire accertamenti nell'ambito delle indagini difensive, dandone avviso al pm. A questo si aggiungono i servizi realizzati da «Le Iene», che hanno documentato presunte anomalie nella fase di indagine. Il ministro Alfonso Bonafede incontrando i giornalisti del programma tv, prese l'impegno di verificare tramite l'ispettorato del ministero, che ha richiesto e ricevuto parte della documentazione e poi ha ritenuto di voler acquisire tutte le carte.