Strage di Erba, la Corte d'Appello gela Olindo e Rosa: no all'analisi dei reperti

Giudicata inammissibile l'istanza di incidente probatorio. Il legale della coppia: "La riproporremo in Cassazione"

Olindo Romano e Rosa Bazzi

Olindo Romano e Rosa Bazzi

Erba (Como), 30 gennaio 2018 -  La Corte d'Appello di Brescia ha dichiarato inammissibile l'istanza di incidente probatorio presentata dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba. In un primo momento, gli stessi giudici avevano detto sì all'analisi di reperti mai analizzati chiesta dai legali, tra cui l'esame di un capello del piccolo Youssef Marzouk di 2 anni, ucciso insieme alla mamma Raffaella Castagna, la nonna Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. 

Secondo Fabio Schembri, uno dei legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, la decisione di dichiarare inammissibile la richiesta di incidente probatorio su alcuni reperti mai analizzati "smentisce una precedente decisione dei giudici stessi", oltre alla Corte di Cassazione che aveva annullato una precedente decisione contraria dei giudici bresciani. La difesa farà ricorso alla Suprema Corte

Nel provvedimento con cui respingono l'istanza di incidente probatorio finalizzata a un giudizio di revisione, i giudici della Corte d'Appello spiegano che gli accertamenti chiesti non sono in grado, almeno in astratto, di ribaltare il giudizio di colpevolezza. "La richiesta di incidente probatorio - si legge nella decisione dei giudici - deve ritenersi funzionale a una, seppure futura ed eventuale, richiesta di revisione. Tale richiesta deve essere, seppur in astratto, rigorosamente orientata e in grado di scardinare le prove gia' acquisite e che hanno costituito il giudicato; in altri termini, la richiesta di incidente probatorio deve avere un'astratta potenzialita' distruttiva del giudicato con il quale si deve in qualche modo confrontare". Altrimenti, è il ragionamento dei giudici, sarebbe consentita "una ricerca indiscriminata della nuova prova funzionale alla revisione senza alcun vaglio". 

"I colpevoli ci sono e sono certi, ora basta»" È il commento di Francesco Tagliabue, legale della famiglia Castagna, che ebbe tre vittime nella strage di Erba. "Eravamo  certi che sarebbe finita così - ha detto Tagliabue -, tanto che non ci eravamo nemmeno costituiti" nel procedimento.