Altro che Eldorado per i nostri operai: in Svizzera italiana stipendi da fame

L’ultimo rapporto dell’Ufficio federale di Statistica certifica come lì i salari siano i più bassi tra i cantoni elvetici

Frontalieri

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Como -  Come si dice "non è tutto oro quel che luccica" e così il Canton Ticino, l’Eldorado dei frontalieri italiani che lavorando qui riescono a guadagnare il doppio se non addirittura il triplo di quanto verrebbe loro pagato a parità d’impiego in Italia, misurato con i parametri della Confederazione elvetica si traduce in stipendi da fame, quasi al limite dello sfruttamento. Il dato è evidente nell’ultimo rapporto dell’Ufficio federale di Statistica che certifica come i salari della Svizzera italiana siano in assoluto i più bassi tra i cantoni elvetici. La cattiva notizia per gli svizzeri è che a essere pagati meno non sono solo i frontalieri, ma più in generale tutti gli occupati. La remunerazione media in Canton Ticino è infatti di 5.546 franchi al mese per i ruoli meno qualificati (pari a 5.414 euro) contro i 6.000 franchi versati in media a chi lavora negli altri Cantoni (5.857 euro) senza contare gli stipendi di Zurigo dove la media è di 7.113 franchi (6.944 euro al mese).

La forbice degli stipendi non si restringe neppure prendendo in considerazione le occupazioni più qualificate dove si passa dagli 11.475 franchi (11.212 euro) di Zurigo agli 11.200 (10.944) del Canton Lemano, mentre in Canton Ticino non si va oltre gli 8.537 franchi (8.341 euro). Il livello della remunerazione dei dipendenti svizzeri continua a essere mediamente più elevato di quello del salario versato ai colleghi di nazionalità straniera, ovvero 6.988 franchi (6.828 euro) contro 6.029 (5.891 euro). Il rapporto si ribalta nel caso di posti di responsabilità con stipendi da 10.692 franchi (10.477 euro) per i frontalieri mentre i beneficiari di un permesso di dimora arrivano a guadagnare addirittura 12.268 franchi (11.993 euro) contro i 10.346 franchi (10.114) versati ai dipendenti svizzeri, anche in questo caso però gli stipendi del Canton Ticino sono sensibilmente più bassi. "Niente di nuovo sotto il sole - sottolinea Lorenzo Quadri, Consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi - Il Canton Ticino è diventato il parente povero del resto della Svizzera, ma il costo della vita qui non è più basso di altrove. La colpa di tutto ciò è l’invasione da sud voluta dalla partitocrazia, che ha generato i ben noti fenomeni di sostituzione dei lavoratori residenti con frontalieri pagati.

Poiché la deleteria invasione di frontalieri e padroncini ancora non bastava, adesso la casta spalancatrice di frontiere vorrebbe "integrare" sul mercato del lavoro ticinese svariate migliaia di profughi ucraini. Gli imprenditori "con scarsa sensibilità sociale", magari nemmeno svizzeri, già si fregano le mani: altra manodopera a basso costo da assumere al posto dei residenti".