È cominciata peggio di com’era finita la nuova stagione di TreNord sulla Milano-Erba-Asso, almeno a giudicare dalle proteste dei pendolari che lamentano "tagli al servizio, frequenza ridotta, spostamenti dai convogli ai bus".
La protesta è arrivata sulla scrivania dell’assessore ai Trasporti di Regione Lombardia, Claudia Terzi, in una lettera nella quale i pendolari si lamentano per il depotenziamento di un servizio che già prima lasciava molto a desiderare. "Anche in orario di punta bisogna attendere anche due ore per spostarsi da Asso ed Erba, ad esempio tra le 7.33 e le 9.33 non ci sono più treni verso Milano - spiegano i pendolari -. I treni partono da Erba e da Asso è presente solo un bus sostitutivo che costringe i passeggeri a viaggiare più stretti e a cambiare per forza ad Erba. La stessa cosa succede la sera tra le 17.03 e le 19.03 verso Milano e tra le 16 e le 18 in arrivo da Milano". Non è l’unica nota dolente.
"Da più di 30 anni ormai da Asso c’è sempre stata la certezza di trovare almeno un treno ogni ora con partenza al minuto 33, tutti i giorni della settimana. Dal 14 settembre questa certezza non c’è più, inoltre non è più garantita la frequenza di un treno ogni mezz’ora da Milano e Erba. Chiediamo che venga stabilito il reintegro di tutte le corse pre-Covid, compreso il treno delle 22.09 da Milano Cadorna e il mantenimento della frequenza di un treno ogni trenta minuti anche al sabato". A sostegno della loro protesta si è schierato il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo. "Ancora una volta ci troviamo davanti al disinteresse di Trenord per i nostri pendolari i quali, dal 14 settembre, hanno a disposizione meno treni, in orari di punta e strategici. Sono costretti a scendere dai vagoni per salire su bus, viaggiando più stretti e meno sicuri – conclude –. In questo modo non si perdono solo i treni, ma anche le certezze e i punti di riferimento". Ro.Ca.