Spostamenti tra Italia e Svizzera: primo passo verso la zona franca

Parere favorevole del Governo italiano, si va verso la rimozione delle restrizioni per italiani e svizzeri

Dogana tra Italia e Svizzera

20-09-2013 COMO LA DOGANA DI PONTE CHIASSO CONFINE ATTRAVERSATO DAI LAVORATORI FRONTALIERI GENDARMI GUARDIE SVIZZERE CONTROLLI GDF GUARDIA DI FINANZA FOTO CUSA CELL 335 6855682 fabriziocusa@gmail.

Como -  Adesso che la Lombardia è tornata in fascia gialla e gli spostamenti sono tornati del tutto liberi, o quasi, pesa soprattutto a Como, la difficoltà di poter tornare ad attraversare in libertà il confine con la Svizzera. Eccettuati i frontalieri, di entrambe le nazioni, che attraversano la frontiera per motivi di lavoro, per tutti gli altri occorre registrarsi e disporre di un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Limitazioni che valgono anche per i cittadini svizzeri diretti verso l’Italia, pendolari della spesa compresi. A far sperare è il parere favorevole espresso dal Governo sull’ordine del giorno presentato dall’onorevole Matteo Bianchi della Lega sull’opportunità di "rimuovere le restrizioni agli spostamenti dei cittadini residenti entro la fascia di 20 chilometri dal confine, così da creare una zona franca di 40 chilometri a cavallo tra i due Stati in cui svizzeri e italiani possano muoversi liberamente".

La proposta era stata avanzata anche da Vittorio Alfieri, senatore Pd, con un ordine del giorno in cui si chiedeva di modificare il Decreto Sostegni. "Da alcune settimane siamo al lavoro con i ministeri competenti per riuscire a programmare in sicurezza la riapertura delle frontiere con la Confederazione elvetica in modo da far ripartire tutta l’economia di frontiera duramente colpita dalle restrizioni – spiega - Non sarà facile, perché il tema convolge anche il rapporto con altri Stati, ma dobbiamo provarci fino in fondo". Una risposta nel merito è attesa già nella giornata di domani dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, che dovrà illustrare le misure decise dall’esecutivo per contenere il diffondersi del Covid nelle prossime due settimane. "Difficilmente da domani andremo incontro a un liberi tutti – aggiunge Matteo Bianchi per la Lega – ma almeno il Governo deve valutare opportunità e modalità di questa proposta. Nel concreto credo che per il mese di maggio non cambierà nulla mentre in giugno potrebbe esserci una svolta nelle aperture. L’importante è aver introdotto nel dibattito politico il concetto che chi si muove lungo la linea di confine non può essere considerato alla stregua di chi va a fare le vacanza alle Baleari, riconoscendo alle zone di confine la loro peculiarità".