Sorico, uccise il fratello: condannato a 18 anni

La vittima venne colpita a bastonate e poi con un coltello. Il movente: non aveva pagato le bollette

Inutile l’arrivo dei sanitari con l’ambulanza dall’ospedale: Sandrini morì dissanguato

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Sorico (Como), 4 marzo 2020 -  Una condanna a 18 anni di reclusione per Pietro Sandrini, 44 anni di Sorico, accusato dell’omicidio del fratello Arno. La sentenza è stata letta ieri dal gup di Como, Laura De Gregorio, al termine del processo che si è svolto con rito abbreviato, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Antonio Nalesso.

Il delitto era avvenuto la sera del 28 febbraio dello scorso anno, ma Arno, fratello minore dell’imputato, era stato trovato solo il giorno successivo: steso a terra accanto al letto, vittima di un collasso cardiaco prodotto da una forte perdita di sangue. In quella stanza, aveva passato ore di agonia, con una ferita profonda al polpaccio, e una trentina di altre ecchimosi prodotte con un corpo contundente. Era stato picchiato ripetutamente, e poi accoltellato. Il fratello Pietro, arrestato a luglio, aveva ammesso quell’aggressione, conseguenza di un momento di rabbia per alcune bollette non pagate, ma allo stesso tempo aveva detto di non aver mai avuto alcuna intenzione di uccidere Arno. Un aspetto sottolineato dal difensore di Pietro Sandrini, l’avvocato Rosaria Coletta, secondo cui si è trattato di un omicidio preterintenzionale, e non volontario come ha ritenuto il giudice: "Pietro Sandrini – ha detto - è salito ubriaco e arrabbiato in casa del fratello, ha preso un bastone e lo ha colpito al buio, senza vedere dove assestava le ferite. Poi se ne è andato mentre Arno era ancora in piedi. Siamo davanti a una chiara casistica di omicidio preterintenzionale".

In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, il legale ha già annunciato appello, anche per ottenere il riconoscimento di un’altra circostanza negata dal giudice: le attenuanti generiche, che avrebbero abbassato la pena: "Dopo il delitto non è scappato e non si è mai allontanato dai suoi luoghi soliti, è rimasto a casa – sottolinea il difensore – e quando è stato arrestato ha ammesso. Credo che questa condotta processuale debba essere riconosciuta". Pietro Sandrini era stato arrestato al termine delle indagini condotte dai carabinieri dell’Aliquota Operativa dei Carabinieri di Menaggio: fin da subito si erano orientate verso il fratello, che viveva nell’abitazione al piano inferiore. Arno era stato aggredito perché non aveva pagato le bollette della luce con i soldi della pensione di invalidità, facendo cessare l’erogazione.