Smontavano auto rubate, il terzetto parla davanti al giudice

Hanno cercato di dare delle spiegazioni alla toga ma restano in galera

Hanno risposto tutti e tre alle domande del giudice, ammesso le evidenze e cercato di dare spiegazioni rispetto a quanto trovato dai carabinieri di Mariano Comense lunedì mattina in un’officina a Mariano Comense, in via Al Pollirolo, dove sono stati arrestati Enrico Morellini, 56 anni residente a Cantù, ritenuto il responsabile dell’attività, il suo collaboratore Vincenzo Amoruso, 42 anni di Limbiate e Brahim Lahmami, 22 anni, di origine marocchina, carrozziere di Parabiago. I primi due trovati al lavoro mentre smontavano i pezzi di una Golf rubata nel fine settimana a Milano, il terzo in attesa di ricevere i ricambi. A loro sono arrivati seguendo l’alert lanciato dal lettore targhe di via Tonale a Mariano, che aveva segnalato il passaggio dell’auto. Da quel punto, il veicolo poteva essere stato portato nell’unico capannone in zona, dove poco dopo sono arrivati i militari, che li hanno arrestati in flagranza di reato per ricettazione. Oltre alla Golf, c’erano altre sette auto già smembrate e private di tutti i pezzi di ricambio rivendibili, di cui erano rimasti solo i telai. Interrogati dal gip di Como Andrea Giudici, hanno risposto alle domande, ammesso le evidenze e fornito una loro versione di quanto trovato dai carabinieri e dei ruoli che gli vengono attribuiti. Dopo la convalida, sono rimasti in carcere su ordinanza di custodia cautelare. Pa.Pi.