Como, sicurezza sul lavoro: sindacati dal prefetto

I confederali chiedono un patto per la salute. Si contano già otto morti

La scena di una delle ultime tragedie sul lavoro in provincia di Como

La scena di una delle ultime tragedie sul lavoro in provincia di Como

Como - Più controlli e l’impegno a diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro attraverso le scuole di formazione e i corsi attivi sul territorio. Chiedono l’aiuto del prefetto Andrea Polichetti i segretari di Cgil, Cisl e Uil per arrivare a definire un patto per la salute e la sicurezza sul lavoro in una provincia dove, dall’inizio del 2022, si sono verificati 3433 infortuni, 1207 dei quali hanno visto protagoniste le donne e 700 i lavoratori stranieri e ben 8 incidenti mortali. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati quelli che sono costati la vita a due giovani operai edili morti per le esalazioni di un braciere mentre cercavano di scaldarsi in un container all’interno di un cantiere a Moltrasio e un operaio quarantenne, sepolto mentre stava lavorando all’interno di uno scavo a Colverde.

"Il numero di infortuni mortali è in crescita nel nostro territorio, quest’anno sono già morti 8 lavoratori, ma anche il numero degli infortuni è in crescita, passato da 3250 a 3433 – spiegano Umberto Colombo della Cgil, Marco Contessa della Cisl dei Laghi e Giuseppe Incorvaia della Uil del Lario – Vogliamo collaborare con le associazioni datoriali per far passare il concetto che investire sulla sicurezza è indispensabile. Negli ultimi giorni, grazie all’aiuto della Prefettura abbiamo notato un aumento dei controlli in fabbriche e cantieri da parte delle forze dell’ordine e dell’ispettorato del lavoro". In particolare le parti sociali chiedono di intervenire sulla formazione dei lavoratori, con particolare attenzione ai neo assunti e i lavoratori stranieri. "Anche a scuola la sicurezza sul lavoro deve diventare una materia di studio. Solo così potremmo avere nel futuro una vera cultura della sicurezza. Chiediamo per tutti i datori di lavoro percorsi obbligatori di formazione affinché anche loro, come i lavoratori, conoscano le normative sulla sicurezza – spiegano – Gli enti preposti devono essere messi nelle condizioni di svolgere appieno il loro lavoro dotandoli di personale, competenze e strumentazione idonea ad attuare una campagna straordinaria di controlli che garantisca una periodicità delle verifiche in tutte le aziende del territorio. Gli investimenti per la sicurezza devono essere sostenuti dalle imprese e non percepiti come un costo da abbattere ma come un valore premiale. Difendere la salute nell’ambito lavorativo non può essere barattato con un maggior profitto".