Luci rosse spente in Canton Ticino: il superfranco allontana gli italiani

Lugano, salgono i costi della “compagnia”: locali hard dimezzati

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Lugano (Canton Ticino), 18 marzo 2017 - Più che la crisi è il superfranco ad aver spento, forse in maniera definitiva, le luci rosse in Canton Ticino. Fino a un paio di anni fa il Paese dei Balocchi per migliaia di uomini italiani, da tempo usciti dall’età dei giochi, iniziava subito dopo la dogana di Chiasso: neppure cento metri e già un paio di club, uno addirittura completo di piscine, saune e arredo talmente kitsch da far arrossire un oligarca russo, ma tanto chi entrava qui aveva occhi solo per le ragazze.

Fino a Bellinzona era un fiorire di bar, locali, residence fino alle vere e proprie case di appuntamento che in Svizzera, al contrario dell’Italia, sono perfettamente legali. Negli anni del boom se ne contavano oltre 1.800 in tutta la Svizzera, con migliaia di «signorine» impiegate, oggi ne sono rimasti meno della metà e tra il 2014 e il 2015 è calato del 26% anche il numero delle ragazze registrate tra hotel e appartamenti. Un’offerta che si è dimezzata anche in Canton Ticino dove fino a qualche anno fa se ne contavano una quarantina, nella zona del Monte Ceneri girava la battuta che c’erano «più casini che case», come a Melano neppure mille abitanti a un tiro di schioppo da Mendrisio dove arrivarono ad essercene quattro. A fare la fila più lombardi che svizzeri, specie da quando in Italia si decise il giro di vite sui clienti delle lucciole, con multe da 500 euro e minaccia di spedire la multa a casa alla moglie. Così nei locali a luci rosse del Canton Ticino divenne frenetico il via vai delle «artiste esotiche», che arrivavano dal Brasile o dall’Europa dell’Est con un permesso da ballerina che valeva sei mesi e poi finivano a fare il mestiere più vecchio del mondo. In Canton Ticino solo quelle ufficiali arrivarono ad essere oltre 1.200, adesso se ne contano meno della metà.

A pesare sulla flessione della domanda è soprattutto la parità di cambio tra franco ed euro, che ha fatto lievitare il costo della «compagnia» per la quale si parte da 150 franchi (140 euro), ma si arriva a spendere tranquillamente più del doppio. Così alcuni imprenditori del ramo in Canton Ticino hanno cercato di aggirare la legge e venire incontro ai clienti alimentando l’offerta clandestina di sesso a pagamento. Un reato che però in Svizzera è punito in maniera molto severa, con anni di galera e la confisca dei beni. Non si contano negli ultimi tre anni le multe e i decreti penali di condanna, tanto che diversi ex-locali a luci rosse sono falliti e divenuti di proprietà dello Stato, che se li è presi in controvalore per le tasse non pagate. Sembrano lontani anni luce i giorni in cui Paolo Sudenti, titolare del Corona club di Pambio-Noranco, fece notizia anche nella nostra regione per essere stato a un passo dal diventare il nuovo proprietario del Varese Calcio. Pronto a mettere sul tavolo 600mila euro la metà dei quali in contanti. All’epoca si disse che l’affare andò a monte perché voleva mettere sulle maglie dei giocatori il nome del suo locale osé. I benpensanti ritennero che fosse un po’ troppo: pazienza il sesso, ma lasciateci stare il calcio.