Covid, a Como scuole chiuse: l’incubo dei genitori

La situazione precipita e sono costretti a prendere le ferie per gestire i figli rimasti a casa all’improvviso

Ragazzine a scuola

Ragazzine a scuola

Como -  È la provincia di Como la peggiore di tutta la Lombardia dal punto di vista del Covid, una decisione che è suonata come una bocciatura quella del Pirellone soprattutto di fronte agli sforzi delle ultime settimane sul fronte dei trasporti e nelle scuole che comunque, numeri alla mano, si confermano un vettore della variante inglese almeno a giudicare dalle classi finite in quarantena nei prossimi giorni. Con l’arancione rafforzato da oggi tutti gli studenti della provincia dovranno rimanere a casa, almeno fino al prossimo 10 marzo quando contagi permettendo potrebbe riprendere la didattica in presenza.

«Da martedì mattina la Camera del Lavoro di Como continua a ricevere decine di telefonate da genitori preoccupati perché i loro figli saranno a casa da scuola e loro, dovendo andare al lavoro, non sanno come fare – spiega il segretario generale della Cgil di Como, Umberto Colombo - In alcuni casi si tratta di bambini molto piccoli, chiamano il sindacato per capire se esiste una soluzione, ma i congedi presenti nei precedenti Dpcm sono scaduti. Servono nuovi permessi straordinari che consentano alle mamme e ai papà lavoratori di accudire i propri figli senza essere obbligati a prendere giorni di ferie. Speriamo che le istituzioni e le associazioni di categoria presentino la stessa richiesta al governo, poiché si tratta di una vera e propria necessità". Inammissibile, secondo il consigliere regionale Raffaele Erba, che le azioni di contenimento dei contagi a scuola, in termini di tamponi e tracciamenti, sono rimasta solo sulla carta.

"L’annuncio è arrivato con poco più di un giorno di anticipo, senza nessuna comunicazione da parte dei vertici regionali ai sindaci dei Comuni interessati – sottolinea l’esponente di M5s - Con un blitz ci siamo trovati in zona arancione rafforzata, le scuole rivestono un ruolo di centralità nella vita delle famiglie, specie quelle con dei bambini piccoli, e dunque sarebbe stato necessario evitarne le chiusure". Con le scuole chiuse anche Asf Autolinee ha deciso di rimodulare il proprio servizio a partire da oggi. Sulla rete urbana verrà adottato l’orario non scolastico, che prevede un numero di corse inferiore solo del 6% rispetto a quelle attuali, garantendo comunque il servizio su tutte le fasce orarie. Per la rete extraurbana invece, rimarrà in vigore l’orario scolastico, ma con una riduzione delle corse. "Già da ora siamo pronti per ripristinare il servizio pieno in caso di un ritorno in zona gialla – conclude Asf - Il nostro obiettivo resta quello di garantire il miglior servizio possibile per tutti i nostri utenti".