Scontro tra motoscafi, 20enne ai domiciliari dopo la tragedia: tracce di droga nel sangue

Il test tossicologico eseguito sulla ragazza belga che guidava il motoscafo che ha travolto e ucciso un ragazzo ha condizionato la sua scarcerazione

Il motoscafo sul quale si trovava Luca Fusi insieme agli amici

Il motoscafo sul quale si trovava Luca Fusi insieme agli amici

Tremezzina, 22 luglio 2021 - Un riscontro positivo all’assunzione di droghe leggere, così come rivelato dall’esito del test tossicologico giunto successivamente all’incidente, e dubbi sul "grado di affidabilità dell’indagata rispetto alla futura commissione di condotte analoghe e quelle contestate, e sulla capacità di revisione critica rispetto all’accaduto". Considerazioni che, hanno portato i giudici del Tribunale del Riesame di Milano, a ritenere che "non vi è ragione di dubitare" della necessità di mantenere agli arresti domiciliari Cléa Célia Wuttke, la ragazza belga di 20 anni, che il pomeriggio del 25 giugno, era alla guida del motoscafo Mastercraft da 320 cavalli.

Davanti a Punta del Balbianello aveva urtato il Sea Ray su cui c’erano tre ragazzi italiani, uccidendo sul colpo Luca Fusi, ventiduenne di Guanzate. Finita agli arresti domiciliari, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame, assistita dal suo avvocato Massimo Schipilliti che ha chiesto la revoca della misura cautelare, o la sostituzione con il solo obbligo di firma, sostenendo che il sequestro del motoscafo impediva la possibilità di reiterazione del reato, che l’indagata aveva mantenuto un atteggiamento collaborativo e che l’ordinanza di custodia cautelare si basava su congetture, e non elementi concreti. L’istanza, che è stata rigettata, aveva inoltre introdotto un ulteriore elemento: una possibile "concausa dell’incidente" attribuibile a Francesco Bassi, proprietario del Sea Ray. Secondo la difesa, la manovra intrapresa per cercare di mettersi in salvo, potrebbe aver messo il motoscafo esattamente sulla direzione di marcia del Mastercraft condotto dalla sua assistita, avvalorando le dichiarazione della ragazza che, davanti al giudice, aveva detto di aver verificato l’assenza di altre imbarcazioni sulla sua traiettoria, prima che il suo motoscafo, in accelerazione, si alzasse anteriormente al punto da toglierle la visuale.

Una considerazione che i giudici del Riesame hanno ritenuto "non condivisibile", anche sulla scorta di altre testimonianze raccolte nell’immediatezza, che avevano visto il motoscafo belga procedere spedito, e sentito le urla di allarme, non udite dalla Wuttke, a causa della musica ad alto volume. Concludendo che "non può ritenersi che la manovra intrapresa dal Bassi, tutt’altro che repentina e anzi a velocità estremamente contenuta, al punto che un teste ha ritenuto che la loro barca era sostanzialmente ferma al momento dell’impatto, possa avere costituito una concausa nel sinistro".