Como festeggia Sant'Abbondio: "Siamo Chiesa di periferia e il Papa l’ha riconosciuto"

La giornata speciale vissuta in città con migliaia di fedeli in festa da monsignor Cantoni: "La mia “creazione“ a cardinale dono alla comunità"

Monsignor Oscar Cantoni

Monsignor Oscar Cantoni

Una giornata speciale per i comaschi che hanno festeggiato il loro patrono, Sant’Abbondio, e riabbracciato monsignor Oscar Cantoni di ritorno da Roma con la benedizione di Papa Francesco e il berretto da cardinale. Un evento storico non solo perché era da 3 secoli che un vescovo di Como non veniva "creato", come si dice nel linguaggio del Vaticano, cardinale, ma anche perché il concistoro ha deciso di premiare le chiese delle periferie del mondo. "E anche la nostra lo è – ha ricordato Cantoni con la stampa – siamo al confine tra l’Italia e la Svizzera, questo riconoscimento non è un’affermazione personale ma la scelta di riconoscere il valore di una diocesi che in questi anni ha conosciuto sofferenza e martirio". Il pensiero va a suor Laura Mainetti e don Roberto Malgesini e non è un caso che la prima uscita di Cantoni sia stata in piazza San Rocco, per pregare coi seminaristi che si preparano a diventare sacerdoti di fronte alla croce che ricorda il prete di periferia ucciso il 15 settembre 2020.

«Trovai immerso in una pozza di sangue il corpo di don Roberto, ucciso da chi aveva fraternamente accolto e accudito con tenerezza e grande cuore – ha ricordato -. Il rosso porpora, di cui sono stato rivestito con la mia creazione a cardinale, mi ricorda che l’esigenza d’amore e di fedeltà a Gesù comporta anche per me la possibilità di donarmi fino all’effusione del sangue, quello che don Roberto ha copiosamente versato qui e che oggi ricordiamo. Ho desiderato che a questo momento di memoria fossero presenti i seminaristi che si preparano a vivere per Cristo e per la Chiesa in una larghezza di cuore che può raggiungere il dono totale della loro esistenza". Poi l’incontro di una settantina di sindaci delle province di Como e Varese, in attesa di salutare l’11 settembre a Tirano quelli della Valtellina. "Viviamo insieme un momento di consolazione per il fatto che papa Francesco abbia scelto come cardinale uno di noi, un figlio della nostra terra, una persona cresciuta in questo territorio, inserita nella tradizione vivente di questo popolo – li ha salutati -. Qualche cosa che ci accomuna, in quanto voi ed io siamo persone dedite a servizio della difesa e promozione del bene comune, sebbene in ambiti e con compiti diversi. È bello che noi tutti, godendo della fiducia di chi ci ha scelto, ci assumiamo, consapevolmente e di buon grado, le responsabilità che ne conseguono". Infine il saluto ai fedeli al pontificale, accompagnato dall’arcivescovo di Milano, Delpini, i vescovi lombardi e il cardinale Coccopalmerio.