Cantiere maledetto: cinque a processo per la morte di Curri

Il caso dell’operaio deceduto alla "Cavargna Alta"

Zyber Curri

Zyber Curri

San Nazzaro Valcavargna (Como) - Processo diviso in due filoni per la morte di Zyber Curri, operaio di 48 anni di origine kosovara residente a Edolo, vittima di un infortunio sul lavoro avvenuto nel cantiere per la realizzazione dell’impianto idroelettrico "Cavargna Alta" il 12 dicembre 2018. Davanti al gup di Como Carlo Cecchetti, ieri mattina, quattro imputati su cinque, tutti accusati di omicidio colposo, sono stati ammessi al processo con rito abbreviato, condizionato alla possibilità di portare davanti al giudice dei loro testimoni. Diversa la scelta di Giuseppe Argentieri, 53 anni, ritenuto datore di lavoro "formale" di Ziber, in quanto amministratore unico della Hera srl di Gallarate, subappaltatore dei lavori di rivestimento del muro in sassi, previsti all’interno del cantiere idroelettrico: assistito dall’avvocato Luca Dozio, ha scelto di andare a dibattimento a maggio del prossimo anno. A dicembre compariranno nuovamente davanti al gup i quattro imputati che hanno ottenuto l’audizione di alcuni testimoni, con un fine comune: spiegare direttamente al giudice il piano di sicurezza adottato nel cantiere, le condizioni di lavoro e sostenere che il tratto in cui era avvenuto il tragico infortunio, era esterno all’area di cantiere.

In tutto sono stati ammessi cinque testimoni: due indicati da Maria Teresa Belottini, 59 anni e Livio Belottini, 66 anni, difesi dall’avvocato Andrea La Russa, e coinvolti la prima in qualità di amministratore unico dell’impresa subappaltatrice Edilnova srl di Teglio, datore di lavoro "di fatto" di Curri, il secondo consulente esterno della stessa società e preposto in materia antinfortunistica. Altri due testimoni sono stati indicati da Gabriele Andreoli, 38 anni di Teglio, amministratore unico della Costruzioni Andreoli di Milano, impresa affidataria delle opere, difeso da Paola Mingardi di Sondrio, e un quinto da Carlo Graneroli, 51 anni di Tirano, coordinatore dei lavori, con l’avvocato Alberto Gandini di Sondrio. I familiari, mogli e figli della vittima, si sono costituiti parte civile, e sono stati ammessi anche la Cgil Lombardia e la Fillea Como.