Frontalieri, ristorni per le spese correnti

La commissione Finanze ha portato al 50% la quota che i Comuni potranno utilizzare nel loro bilancio

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Le commissioni Finanze e Lavoro del Senato hanno approvato un emendamento presentato da Alessandro Alfieri del Partito Democratico che prevede misure a favore dei Comuni di frontiera. "Abbiamo approvato l’emendamento a mia prima firma che raccoglie la richiesta dei Comuni di frontiera di poter usare per la spesa corrente il 50% dei ristorni dei frontalieri che saranno versati nel 2022 e nel 2023, aumentando del 20% le risorse a disposizione - spiega il senatore del Pd - Fino ad oggi i Comuni hanno potuto spendere solo il 30% dei ristorni per la spesa corrente, alzare questa soglia mette loro in condizione di rispondere in maniera ancora più efficace alle nuove esigenze nate dopo la fase acuta della pandemia, aiutando così la ripresa economica del territorio e le famiglie più colpite". Per quanto riguarda la Lombardia il provvedimento interessa i Comuni della fascia di confine delle province di Como, Varese, Sondrio e Lecco beneficiari in queste settimane di un tesoretto da 89 milioni di euro ai quali andranno aggiunti altri 3,5 milioni di euro che erano stati trattenuti negli anni scorsi a garanzia dei debiti di Campione d’Italia e che quest’anno, dopo che gli stessi sono stati saldati, verranno finalmente restituiti. I ristorni in arrivo dalla Svizzera una volta contabilizzati entreranno direttamente nel patrimonio dei Comuni di confine, gli stessi in cui risiedono la maggior parte dei frontalieri, per trasformarsi in scuole, strade e interventi a beneficio delle comunità locali.

Del resto è ormai da decenni che il Canton Ticino è praticamente la prima industria della Lombardia. Un trend che neppure il Covid è riuscito ad arrestare confermato dai dati diffusi dall’Ufficio Statistica del Canton Ticino che negli ultimi 10 anni ha certicato un aumento del 36,6% del numero di frontalieri, pari a circa 20mila lavoratori in più, la maggior parte dei quali impiegati nel settore terziario (+64%). In pratica nella Svizzera italiana un lavoratore su tre arriva dalle province di Varese o di Como.