CANTÙ (Como)
di Paola Pioppi
Daspo urbano per dieci ragazzi, sei dei quali minorenni, ritenuti possibili appartenenti alle baby gang, che da alcuni mesi a Cantù si sono rese responsabili di aggressioni a coetanei: rapine, minacce, lesioni e percosse, a volte commesse utilizzando coltelli e altri oggetti contundenti. Episodi che si sino verificati con maggiore frequenza durante le serate della movida canturina, nella zona di piazza Garibaldi, la più frequentata.
I destinatari del Daspo sono tutti residenti a Cantù e in gran parte di origine straniera, identificati durante le indagini della Squadra Mobile di Como e dei carabinieri della Compagnia di Cantù.
Nei mesi scorsi i carabinieri avevano già notificato provvedimenti cautelari per alcuni di loro, identificati con difficoltà perché le vittime, intimorite e minacciate dagli appartenenti alla banda, non hanno quasi mai presentato denuncia. Spesso gli inquirenti sono venuti a conoscenza dei reati commessi con molto ritardo, attraverso il monitoraggio dei social network o grazie alle segnalazione di cittadini e gestori di esercizi commerciali. Ma non è mai successo che una delle giovanissime vittime si presentasse per chiedere aiuto o segnalare quanto subito.
Ora il questore ha adottato il Daspo Urbano: per un anno i dieci ragazzi non potranno accedere e stazionare in prossimità di locali pubblici, di intrattenimento o di somministrazione di alimenti e bevande, in un circoscritto perimetro del centro di Cantù, corrispondente all’area più sensibile a questi episodi e già teatro delle aggressioni. Tuttavia questi episodi di delinquenza giovanile non si possono considerare sotto controllo, nonostante gli interventi di questi ultimi mesi: la dimostrazione è la rissa scoppiata il 24 agosto in piazza Garibaldi.