Como, guasto al teleriscaldamento: "Tre giorni al freddo e senza risposte"

Si scatena la polemica: "Vogliamo sapere cosa è successo per evitare altri guai"

Operai al lavoro in via Turati a Como

Operai al lavoro in via Turati a Como

Como, 7 dicembre 2019 - Hanno lavorato anche ieri per tutta la giornata i tecnici di Comocalor impegnati in via Turati per riuscire a riparare il guasto che per oltre due giorni ha lasciato al freddo oltre agli abitanti della via anche molti altri utenti sparsi da piazza Camerlata e via Domenico Pino. I guasti hanno lasciato al freddo anche la scuola d’infanzia di via Salita dei Cappuccini, tanto che ieri mattina un avviso è stato mandato via cellulare a tutte le mamme. «Per sopraggiunti problemi alla rete del teleriscaldamento, l’impianto di riscaldamento del plesso ha cessato di funzionare – ha scritto la dirigente Michela Ratti - I tecnici stanno operando per il ripristino, tuttavia non sono in grado di fornire informazioni circa la ripresa del servizio. Si invitano le famiglie a valutare l’opportunità di far frequentare i bambini». Solo in tarda mattinata la situazione è lentamente tornata alla normalità, solo dopo l’intervento da parte dei tecnici di Comocalor che hanno riparato il guasto dipeso da un problema all’utenza e non alla rete. Insomma la lista dei disagi si è protratta ben oltre il «giovedì nero» che ha messo in ginocchio un quarto della città e richiesto addirittura l’intervento della protezione civile per distribuire sacche d’acqua agli abitanti di Albate, Camerlata e della zona delle Caserme rimasti a secco. Tutta colpa dell’errore compiuto da uno degli operai al lavoro in via Turati che inavvertitamente mentre manovrava una pala meccanica ha tranciato le tubazioni di gas e acqua. 

«Non è accettabile che a Como in pieno inverno ci sono stati dei cittadini che per tre giorni sono rimasti al freddo – sottolinea Gabriele Guarisco del Pd – Ripristinare i servizi è solo il primo passo, vogliamo sapere cos’è successo per evitare di ritrovarci a breve a dover fronteggiare una nuova emergenza». La richiesta è stata avanzata a Palazzo Cernezzi che in quanto socio secondo l’esponente del PD «ha il dovere di chiedere chiarimenti e dire la sua». A preoccupare è soprattutto il fatto che si tratta dell’ennesimo di una serie di guasti reiterati nelle ultime settimane. In via Tentorio ad esempio a fine ottobre diverse famiglie rimasero senza riscaldamento e acqua calda per quasi due settimane, allora si era deciso di soprassedere adesso però gli animi sono esacerbati anche perché ci sono delle famiglie che sono senza acqua calda e riscaldamento per tre giorni. «Se l’interruzione del teleriscaldamento dovesse ancora continuare, il Comune, così come ha risposto insieme ai volontari di protezione civile per il guasto alla rete dell’acquedotto che si è verificato ieri, dovrebbe valutare la possibilità di ospitare almeno le persone anziane in strutture riscaldate – conclude Guarisco – Una soluzione temporanea, ma efficace potrebbe essere l’apertura dei centri civici nei quartieri interessati».

Per Bruno Magatti di Civitas riparare non basta, occorre che qualcuno si prenda la responsabilità di tutti questi disagi. «Dobbiamo delle risposte ai nostri concittadini – spiega – Ad esempio in che modo viene svolta la manutenzione della rete, che interventi sono stati fatti in questi anni e se ci sono investimenti programmati in futuro». Di sicuro gli utenti di Comocalor rimasti al freddo in questi giorni, difficile riuscire a dare un numero preciso anche se si tratterebbe di almeno cinquecento utenze, in molti casi anziani o intere famiglie anche con bimbi piccoli costretti a rimanere in casa al freddo senza poter neppure fare un bagno caldo. A molti di loro le scuse dell’azienda e del Comune non basteranno e c’è già chi dice che dietro l’angolo si stia preparando un’azione collettiva.