Como, approvato il discusso regolamento di polizia urbana

Ha portato ancor più confusione nella maggioranza di centrodestra dove la spaccatura tra Lega e Forza Italia ormai sembra a un passo dal divorzio

Una commissione dovrà scegliere chi può esibirsi

Una commissione dovrà scegliere chi può esibirsi

Como, 3 luglio 2019 - Solo il tempo potrà dire se contribuirà a rendere Como una città più ordinata, di sicuro il nuovo regolamento di polizia urbana ha portato ancor più confusione nella maggioranza di centrodestra dove la spaccatura tra Lega e Forza Italia ormai sembra a un passo dal divorzio. L’ultimo braccio di ferro si è consumato lunedì sera al momento del voto in aula, con i quattro consiglieri azzurri che hanno votato contro con il Pd e il resto delle minoranze, rimpiazzati almeno in parte dai voti della Lista Rapinese che ha fatto da stampella alla maggioranza.

E’ finita con sedici voti a favore e dodici contrari dopo due mesi di dibattiti, oltre trenta ore di discussione contando le sedute necessarie per arrivare all’approvazione spese in gran parte per discettare sui 120 emendamenti proposti al testo che alla fine, malgrado i contributi e le correzioni dei consiglieri di maggioranza e opposizione, non sembra destinato a passare alla storia tra i monumenti del diritto. «La montagna ha partorito il topolino siamo di fronte a un testo scritto male, colmo di errori e idee poco chiare, basti pensare al tema della pesca – il giudizio di Vittorio Nessi, ex magistrato eletto con Svolta Civica – Il massimo del dilettantismo si è toccato con l’approvazione dell’articolo che prevede una commissione di intellettuali ed esperti per giudicare gli artisti di strada, esponenti di un’arte povera fatta di madonnari, zampognari e mangiafuoco». Tra i più strenui oppositori del nuovo regolamento Bruno Magatti di Civitas che dopo aver presentato, senza successo, una richiesta di sospensiva ha ottenuto almeno che il nuovo regolamento entri i vigore «Le basi su cui poggia questo regolamento non sono sane – ha incalzato la maggioranza - non è frutto di un confronto con i cittadini, le categorie professionali e tutti quelli che vivono e popolano la città. Siamo di fronte all’esempio perfetto di cose produce la politica quando perde il contatto realtà che è chiamata ad amministrare».

Se per Ada Mantovani «stupisce come si sia arrivati a partorire un regolamento così mal fatto nonostante il tempo trascorso, infarcito di imprecisioni, stilisticamente infelice, a tratti generico sulle condotte vietate, con articoli senza riferimenti ai corretti estremi normativi», per Stefano Fanetti del Pd semplicemente il provvedimento «non fa bene alla città», per Fabio Aleotti di M5s si è speso troppo in termini di temp e sedute consiliari per elaborare un documento che si sarebbe dovuto preparare in commissione. «Siamo di fronte a una vittoria di Rapinese – ha sottolineato il capogruppo di Forza Italia, Enrico Cenetiempo rivolgendosi all’assessore Elena Negretti – Noi voteremo contro e non lo abbiamo deciso oggi, ma nove mesi fa quando abbiamo ritirato gli assessori dalla Giunta. Due mesi fa abbiamo chiesto di riportare tutto il commissione e avremo votato a favore, avete deciso di umiliarci e sono due mesi che discutiamo».

A dirsi soddisfatto, insieme a Lega, Fratelli d’Italia, lista Landriscina e Tony Tufano è stato Alessandro Rapinese, il vero vincitore determinante con i suoi voti e capace di condizionare la maggioranza pur sedendo all’opposizione. «Sono lieto di trovare molti elementi da noi proposti in questo documento – ha commentato beffardo - E’ perfetto? No. E’ perfettibile? Sì. Ma chiunque poteva presentare emendamenti, io ho partecipato, ho indicato le mie priorità e ho cercato di migliorarlo: questa è la democrazia».