REDAZIONE COMO

Recuperato in fin di vita dalla piscina. Amin non ce l’ha fatta, disposta l’autopsia

Como, ha lottato quattro giorni. Dallo sbalzo termico dopo il tuffo ad altre cause da accertare

CERMENATE (Como)

È morto nella notte Amin, il bimbo di 5 anni salvato domenica dopo un tuffo in piscina. I medici dell’ospedale di Bergamo, che lo hanno avuto in cura per quattro giorni, mercoledì notte hanno dovuto dichiarare il suo decesso, senza che mai si fosse minimamente ripreso o abbia dato un qualunque segnale di reazioni alle cure intensive a cui era sottoposto. Ora la Procura di Como ha disposto l’autopsia, per capire cosa gli abbia causato quel malore fin da subito gravissimo. Il piccolo, cinque anni appena compiuti a inizio giugno, figlio di genitori di origine marocchina e residente a Lomazzo, era in piscina pare con mamma e papà, entrambi presenti, e stava giocando sullo scivolo dei tuffi. Fino a quando non è più riemerso. I bagnini sono intervenuti non appena si sono resi contro che il bimbo non riaffiorava, ma a quel punto era già in condizioni tragiche. Le manovre rianimatorie sono iniziate subito, durate oltre quaranta minuti, durante i quali il cuore del piccolo non ha mai ripreso a battere.

I medici sono riusciti a mantenerlo stabile, poi l’elisoccorso lo ha trasportato a Bergamo, ospedale specializzato nelle cura ai bambini: ma dal momento del suo ricovero, non sono mai giunte buone notizie, e gli stessi genitori, nelle ultime ore, si erano resi conto di quanto la situazione fosse drammatica e ormai priva di speranze. A fronte di questo drammatico epilogo, è diventato più che mai necessario ricostruire tempi e modi di quanto accaduto, partendo dalla causa del decesso. Capire dunque se Amin ha avuto un malore nel momento in cui è finito in acqua in una giornata caldissima, andando incontro a uno sbalzo termico che gli è stato fatale, o se l’annegamento deve essere ricondotto ad altre cause, che potrebbero emergere dall’esame autoptico.

La dichiarazione della sua morte ha dunque fatto partire un’indagine che dovrà chiarire, come atto dovuto, cosa sia realmente accaduto in quei pochi attimi che sono costati la vita al piccolo. L’esame sarà svolto dal medico legale Giovanni Scola, e sarà il punto di partenza per cercare di rispondere a queste domande che, al momento, non hanno una risposta, nonostante i diversi medici che, fin dai primi istanti, hanno avuto in cura il bimbo e nel hanno attentamente valutato le condizioni. Una volta chiusa questa parentesi di accertamenti giudiziari, il bimbo sarà restituito alla famiglia, che potrà organizzare le esequie. Paola Pioppi