Rebbio, il centro per i minori soli lo pagano gli svizzeri

Don Giusto Della Valle ha deciso di rimboccarsi le maniche e farsi aiutare dagli svizzeri per costruire un centro in grado di dare un aiuto ai ragazzi e alle ragazze stranieri in un palazzo di via Grilloni

L'arrivo di don Giusto in prefettura

L'arrivo di don Giusto in prefettura

Como, 12 luglio 2018 - Da almeno due anni, da quando nel parco di fronte alla stazione San Giovanni erano arrivati i rifugiati da Eritrea ed Etiopia, che don Giusto Della Valle non perdeva occasione per puntare il dito sulla mancanza di strutture idonee ad accogliere i minori non accompagnati. Siccome finora il suo appello è sempre caduto nel vuoto il parroco di Rebbio, in prima fila nell’aiuto dei migranti, ha deciso di rimboccarsi le maniche e farsi aiutare dagli svizzeri per costruire un centro in grado di dare un aiuto ai ragazzi e alle ragazze, spesso poco più che bambini, che attraversano l’Africa e il Canale di Sicilia pur di approdare in Europa alla ricerca di un parente che si è già trasferito qui o semplicemente di una vita migliore. 

A dargli una mano è arrivata l’associazione Main dans la main, fondata da Carlo Crocco proprietario del celebre marchio di orologi Hublot, che sta sistemando un palazzo in via Grilloni con l’obiettivo di destinarlo all’accoglienza dei minori non accompagnati. La supervisione del progetto spetterà a don Giusto che del resto in tutti questi anni non è rimasto con le mani in mano accogliendo famiglie e ragazzi all’interno dell’oratorio, qualche volta anche a costo di suscitare il malumore degli stessi fedeli. Lo stabile di via Grilloni era di proprietà dei Padri Comboniani e da anni era in attesa di una sistemazione, ad occuparsene è arrivata la Main dans la main che ha messo a disposizione i capitali necessari alla sua ristrutturazione, una volta terminati i lavori l’obiettivo dell’associazione che in Svizzera si occupa di assistenza ai minori indigeti è di donarlo alla parrocchia di Rebbio.

Dovrà esprimersi il consiglio pastorale che però sembra orientato ad affidare la gestione della struttura a soggetti terzi come i Guanelliani, i Padri Somaschi e l’associazione Symploké che già oggi si occupano di assistenza dei ragazzi e le ragazze che sono stati tolti alle loro famiglie in seguito al provvedimento di un tribunale così come dei minori non accompagnati. Un aiuto indiretto anche a Palazzo Cernezzi che ogni anno spende una fortuna per prestare loro assistenza. L'associazione Intersos nel corso del 2017 ne aveva censiti 1070 di passaggio in città e diversi di loro ci sono rimasti per settimane o addirittura per mesi nel tentativo di passare il confine con la Svizzera e raggiungere il Nord Europa. Sempre nel 2017 la città aveva in carico 173 minori stranieri, contro i 15 nel 2009, che hanno fatto lievitare a 3 milioni e 900mila euro la spesa a carico di Palazzo Cernezzi per il loro mantenimento in comunità famiglia.