di Roberto Canali Anche se non sono particolarmente amanti dell’acqua dolce si farà sentire l’assenza dei russi sul lago, oligarchi ma anche turisti comuni che sul lago di Como rappresentano una quota del 3% della domanda, ma sono apprezzati per le mance generose e la propensione a spendere. "Di fronte alle immagini della guerra trasmesse in tv e la tragedia dei civili in fuga dai bombardamenti i nostri problemi passano in secondo piano - spiega Luca Leoni, presidente degli Albergatori di Confcommercio Como - ma di sicuro quello che sta succedendo rischia di essere pagato a carissimo prezzo dal Turismo che si stava appena rialzando dopo due anni di Covid". Le prospettive per la primavera 2022 erano ottime, almeno finché Putin non ha deciso di invadere l’Ucraina. "C’erano tutti i presupposti per una stagione turistica addirittura migliore rispetto a quella record del 2019. Adesso siamo in una fase di attesa, le persone vogliono capire cosa sta accadendo e soprattutto cosa succederà per orientare le loro scelte. Qualche disdetta sta arrivando, ma fortunatamente non siamo di fronte ai numeri che si erano registrati nel 2020 con la prima ondata di Covid". Più che le disdette dei russi preoccupano i forfait di americani e inglesi che rappresentano il 40% dei turisti che ogni anno soggiornano sul Lario. "I russi sono costretti a disdire per il semplice motivo che con l’embargo non possono più uscire dal loro paese - prosegue Leoni - La loro assenza si farà sentire più nel calo dei matrimoni che non nei soggiorni". Nozze da mille e una notte che davano lavoro non solo agli hotel, spesso riempiti per alloggiare gli ospiti, ma anche ai ristoranti e le ville da sogno utilizzate come set per la cermonia. Nessun mistero considerando che nel 2019 i russi , rappresentavano la seconda ...
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