Pulizie e trasporti, i nuovi affari sporchi

Cadorago, la Guardia di finanza smantella un’associazione ramificata nel commettere frodi fiscali. Quattordici le misure cautelari

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di Paola Pioppi

Fornitura di manodopera, pulizie, facchinaggio, trasporti e logistica al servizio della grande distribuzione organizzata, sono ormai chiaramente uno dei settori utilizzati dalla delinquenza per commettere frodi fiscali che consentono l’accumulo di enormi quantità di denaro. Sottratti illecitamente allo Stato e al Fisco, ma anche capaci di creare un sistema basato su partner economici vantaggiosi rispetto alla concorrenza, che stravolgono il mercato e conquistano commesse, lasciando ai margini chi si propone rispettando le leggi e le regole. Lo dimostra, per l’ennesima volta nel giro di pochi mesi, l’indagine condotta dal Gruppo della Guardia di Finanza di Como, coordinata dal sostituto procuratore Simona De Salvo, sfociata ieri nell’esecuzione di 14 misure cautelari - di cui nove custodie cautelari in carcere, quattro arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria - e in un decreto di sequestro da 7 milioni e 700mila euro.

Tutti soggetti coinvolti a vario titolo, in una associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale, in un sistema che tra 2015 e 2022 è stato in grado di costituire 17 società cooperative, un consorzio e una srl, capace di acquisire numerose commesse da importanti aziende che operano sia nel territorio comasco che a livello nazionale, oltre a realizzare un esponenziale sviluppo di fatturato. Tutto questo, è stato ricostruito grazie soprattutto ad accertamenti documentali e bancari, che hanno portato a individuare una serie di società cooperative di lavoro a "struttura precaria": venivano infatti tenute in vita dagli indagati per limitati periodi di tempo, senza far fronte a nessun obbligo civilistico e fiscale. Si trattava di fatto di "società cartiere", il cui compito era assumere la forza lavoro, di fatto gestita da altre due società capogruppo, il consorzio Pds-Polo di Servizi, con sede legale a Milano e sede operativa a Cadorago, e la A&P srl Pulizia e Sanificazioni di Cadorago: che, secondo le accuse, avrebbero costituito una struttura permanente nel tempo, risultando apparentemente in regola dal punto di vista fiscale, e adempiendo all’attività direzionale e amministrativa.

Le cifre che scaturiscono dalle ricostruzioni contabili sono tutt’altro che esigue: emissione di fatture per operazioni inesistenti per un totale di 21 milioni di euro, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di 3 milioni e 750mila euro di evasione Iva, omessa dichiarazione per un ammontare di 730mila euro di Iva, indebite compensazioni di imposta per un milione di euro. La frode sarebbe stata commessa tramite l’emissione, da parte delle cooperative, nei confronti delle società capogruppo, di fatture per prestazioni di servizi che facevano riferimento a operazioni inesistenti, nelle quali venivano falsamente addebitati i costi del personale. Veniva così consentito alle società capogruppo l’abbattimento dell’ingente debito Iva, nonché un risparmio dei contributi previdenziali e assistenziali che il consorzio avrebbe dovuto sostenere nel caso avesse assunto i dipendenti delle varie cooperative.