In piazza va in scena la rabbia degli studenti di Como

La protesta in piazza Volta. "Ci sentiamo presi in giro da un anno". A Lecco i ragazzi del Manzoni non mollano

Gli studenti della provincia di Como protestano in piazza Volta

Gli studenti della provincia di Como protestano in piazza Volta

Como, 16 gennaio 2020 - Difficile protestare ai tempi del Covid 19 anche per gli studenti che - strano ma vero - non vedono l’ora di poter tornare a scuola, stanchi di lezioni a distanza di fronte a un monitor e soprattutto esasperati dal continuo procrastinare della data di riapertura degli istituti. "Ci sentiamo presi in giro – hanno spiegato i cinquanta ragazzi che ieri mattina si sono ritrovati in piazza Volta, in rappresentanza di migliaia di compagni che probabilmente non riusciranno a tornare in classe prima di febbraio –. Ormai è un anno che non torniamo in classe, nonostante un’estate spesa a progettare il rientro tra banchi a rotelle, termo scanner e ingressi scaglionati che poi alla prova dei fatti si sono rivelati provvedimenti inutili". 

A dare forza alla loro protesta la recentissima sentenza del Tar della Lombardia che ha sospeso l’ordinanza con cui il presidente Fontana aveva chiuso completamente le scuole superiori, nonostante la zona arancione permettesse il rientro in classe. Una decisione importante che rischia di essere superata dall’ingresso della Lombardia in zona rossa. "Non basta riaprire, ciò che conta è come si riapre – spiega Brunhilde Paleari dell’Unione degli Studenti di Como - Vogliamo trasporti sicuri con corse rinforzate e orari flessibili, spazi perché tutti possano tornare in presenza e trasparenza sul tracciamento dei contagi". I ragazzi hanno puntato il dito soprattutto sulla questione dei trasporti, anche se Asf ha annunciato ieri di essere pronta con 150 corse in più per offrire agli studenti di poter viaggiare rispettando il distanziamento sociale. 

"I trasporti pubblici si devono adeguare alle esigenze dell’educazione e non viceversa. I fondi ci sono e se ci sono difficoltà ad investire, va considerata la possibilità di integrare i servizi esistenti con le aziende private – spiega Bissan Muhieddine -La scuola deve rimanere accessibile a tutti. Per garantire un rientro a scuola sicuro servono spazi adeguati, dove non ci sono vanno creati, dedicando strutture inutilizzate ad uso didattico per l’emergenza". 

A Lecco gli studenti del Liceo classico Manzoni si sono ritrovati in piazza Cermenati dopo che qualche giorno fa avevano manifestato al Parco del Broletto. Il nuovo movimento, già battezzato Didattica del disagio, non ha nel mirino solo le lezioni a distanza. "La didattica a distanza è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso: vogliamo che la scuola smetta di essere la cenerentola del nostro Paese".