Canton Ticino, il presidente: "Non c'è più motivo di versare i ristorni"

Claudio Zali minaccia di nuovo il blocco dei trasferimenti

Frontalieri

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Como, 23 genaio 2019 - Non sono passate inosservate, al di qua del confine, le affermazioni di Claudio Zali, il presidente del Canton Ticino tanto per cambiare ha minacciato di nuovo il blocco dei ristorni. Esasperato dal tira e molla tra Italia e Svizzera sulla firma del nuovo accordo contro la doppia imposizione Zali pur di farsi ascoltare è pronto a congelare i fondi versati ogni anno dai lavoratori italiani. «Prima o poi dovremo chiederci fino a quando la politica è disposta a credere che questo accordo verrà siglato – ha spiegato nel corso di un’intervista al Mattino della Domenica – Ogni anno restituiamo all’Italia una grande quota di ristorni che non vi è più motivo di versare, dato che le condizioni degli accordi del 1974 sono completamente cambiate. Ben venga la loro disdetta». Immediata la replica del presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi. 

«L'accordo del 1974 non si tocca – spiega - Nel corso del tempo l’intesa sancita oltre quarant’anni fa ha infatti dimostrato la sua validità. Non va dimenticata inoltre l’importanza che continua a rivestire il lavoro transfrontaliero. Il nostro impegno sarà rivolto alla tutela dei cittadini e dei Comuni italiani, mantenendo in vigore le condizioni dell’intesa, con l’obiettivo di tutelare e mantenere non solo gli attuali ristorni, ma anche l’imposizione fiscale a cui oggi sono soggetti i nostri lavoratori». Sei mesi fa Fermi aveva scritto ai Presidenti delle due Camere per chiedere al Parlamento di non ratificare l’accordo sulla doppia imposizione fiscale dei frontalieri, scontrandosi con l’iniziativa del Presidente Zali che spingeva sulla necessità di vincolare parte dei ristorni dovuti per completare alcune opere transfrontaliere.

«Dobbiamo ritrovarci subito e discutere la questione del nuovo accordo con la Svizzera. Le minacce del Canton Ticino verso i nostri Comuni vanno prese molto sul serio, anche se stiamo parlando di temi, per loro, da campagna elettorale – interviene Angelo Orsenigo del Pd - Stanno dicendo che potrebbero arrivare a disdire unilateralmente l’accordo, anche a costo di una sorta di azione di forza del Cantone, se per caso Berna non intendesse farlo. Insomma, la situazione è davvero incandescente oltre confine».