Piromani per garantirsi i fondi Ue: maxi risarcimento chiesto dai Pm

Due allevatori di Garzeno sono accusati di aver distrutto oltre 400 ettari di pascoli e boschi

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di Roberto Canali

Percepivano addirittura fondi dell’Unione Europea per promuovere la salvaguardia dei pascoli nelle aree di montagna, peccato che il loro metodo per far crescere l’erba più verde fosse quello di appiccare dei roghi spesso senza neppure controllarli com’era capitato alla fine del marzo 2019 quando, per colpa loro, la montagna sopra il paese bruciò ininterrottamente per quattro giorni. Ci sono voluti due anni di indagini da parte dei Carabinieri Forestali di Como per riuscire a identificare i due piromani, padre e figlio, titolari di un’azienda agricola specializzata nella vendita di foraggio e nell’allevamento di caprini, bovini e ovini il cui latte veniva impiegato per produrre formaggi. Secondo le indagini delle forze dell’ordine i due avevano appiccato le fiamme su un pascolo in località Dosso Brento per evitare il taglio dei contributi che percepivano dall’Unione Europea per tenere pulita la montagna, naturalmente senza ricorrere ai roghi. La Procura della Repubblica di Como ha chiesto il loro rinvio a giudizio accusandoli di aver provocato dolosamente l’incendio che ha distrutto 104 ettari di bosco ai quali vanno sommati altri 258 ettari di pascolo. Danni che sono stati quantificati in oltre 4 milioni di euro, divisi equamente tra padre e figlio che, se riconosciuti colpevoli, dovranno risarcire più di due milioni di euro a testa. La somma astronomica è stata calcolando applicando una tabella di conversione che calcola l’entità dei danni in base alle zone distrutte e nel caso di Garzeno oltre ai pascoli sono bruciati anche interi boschi che impiegheranno anni a ricrescere. Un deterrente, si spera, per modificare la cattiva abitudine ancora molto radicata di dare fuoco ai pascoli in quota per favorire la crescita dell’erba nuova. Una tradizione pericolosa e anche sbagliata perchè in questo modo i residui della combustione finiscono nel terreno e provocano danni anche alle fonti e alle falde.

Per non considerare il costo delle operazioni di spegnimento che mobilitano decine di uomini e mezzi, come accadde per il rogo di Garzeno dove oltre ai vigili del fuoco di Como furono chiamati in aiuto anche quelli di Lecco e di Sondrio. Un triste primato quelli dei roghi nei boschi che vede la provincia di Como al primo posto in Lombardia.