Como, l’orco nella comunità: approcci su una bimba di 5 anni, educatore condannato

I genitori avevano notato atteggiamenti prematuri per l’età della piccola, facendo scattare le indagini

Carabinieri

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Como, 18 marzo 2023 - Violenza sessuale su minore, aggravata dall’aver commesso i fatti in un istituto di formazione frequentato dalla vittima, che all’epoca aveva 5 anni, e ulteriormente aggravata dall’età della bimba inferiore ai 14 anni.

Sono le accuse per cui Luca Enrico Gaudino, educatore di 67 anni residente in provincia di Biella, è stato condannato a 8 anni di reclusione dal Tribunale Collegiale di Como, presidente Valeria Costi, a latere Elisabetta De Benedetto e Veronica Dal Pozzo.

A notare comportamenti strani erano stati gli stessi genitori della bimba, nell’estate del 2017: aveva iniziato ad avere atteggiamenti eccessivamente sessualizzati per la sua età. La famiglia aveva quindi cercato di capire dove avesse appreso quei gesti, scoprendo che – secondo la bimba – consistevano negli atti subiti da un educatore della comunità che stava frequentando in estate. Approcci brevi, che l’uomo avrebbe messo in atto in gita o nella stessa comunità, quando erano soli.

I genitori si erano presentati dai carabinieri di Como, facendo partire le indagini. Gli accertamenti coordinati dal sostituto procuratore di Como Massimo Astori erano stati integrati da un incidente probatorio, a marzo 2018, in cui erano state sentite la bimba e la sorella di qualche anno più grande, che a sua volta ne aveva ricevute le confidenze. Per formulare l’accusa, si erano inoltre aggiunti una consulenza psicodiagnostica e altri accertamenti tecnici, anche su computer e telefono dell’imputato.

Gaudino ha sempre negato quelle condotte, scegliendo di andare a processo per dimostrare l’estraneità alle accuse. Durante il dibattimento sono state ascoltate anche le testimonianze di cinque ragazze, all’epoca studentesse di una scuola media del Biellese, dove Gaudino aveva ottenuto un incarico dopo essere stato allontanato dalla comunità di Como. Hanno riferito di aver subìto dall’uomo attenzioni di natura sessuale, ora oggetto di un procedimento pendente a Biella. La sentenza di condanna ha accolto le richieste del pubblico ministero e assegnato anche un risarcimento in via provvisionale ai genitori, costituiti parte civile nel processo.