Patenti speciali taroccate, arriva una raffica di patteggiamenti per gli autisti

Oltre 200 camionisti erano incappati nella vastissima indagine

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Sono stati suddivisi in cinque udienze, spalmate negli ultimi due anni, arrivando ieri, con gli ultimi 55 imputati, a definire le posizioni di 206 autisti incappati nella vastissima indagine sugli esami mai sostenuti per ottenere l’abilitazione alle patenti speciali. Reati commessi tra 2014 e 2016, e poi emersi durante l’indagine condotta dalla polizia stradale di Como, e coordinata dal sostituto procuratore Massimo Astori nel 2017, sfociata nell’arresto dell’ex dirigente della Motorizzazione di Como, Antonio Pisoni, e dei titolari di alcune scuole guida del territorio. Davanti al Gup Walter Lietti, sono state dichiarate 31 prescrizioni, mentre altri 22 hanno patteggiato pene variabili tra 6 e 10 mesi, tranne un autista che ha definito due mesi. Ancora da definire due posizioni, un patteggiamento non ratificato e uno per il quale sono stati rimandati gli atti al pubblico ministero per motivi tecnici. Si è così conclusa anche la parte più lineare, in quanto basata su contestazioni documentali, ma allo stesso tempo più corposa. Erano tutti autisti di mezzi pesanti accusati di falso, per aver ottenuto, in concorso con i titolari di una serie di scuole guida del territorio, finiti a loro volta indagati, le abilitazioni al trasporto merci pesanti o pericolose, senza aver seguito i corsi e sostenuto gli esami. Così, pur a fronte di tutte le abilitazioni richieste, venivano immessi su strada autisti di camion che trasportavano merci con caratteristiche particolari, o pericolose, senza aver avuto l’adeguata preparazione a gestire i carichi in modo in condizioni di sicurezza, o capaci di intervenire a fronte di criticità, soprattutto in caso di problemi con sostanze infiammabili o inquinanti. L’indagine, all’epoca, aveva paralizzato il sistema logistico di alcune grosse aziende.