Caos paratie, la reazione di Lucini dopo la bocciatura dell'Anac

Il sindaco : "Non ce lo aspettavamo.Occorre una ulteriore analisi. Alcune contestazioni contengono delle contraddizioni. Non ho pensato minimamente alla dimissioni" di ROBERTO CANALI

Il Comune dopo la bocciatura dell'Anac

Il Comune dopo la bocciatura dell'Anac

Como, 10 gennaio 2016 - Non teme i mali di stagione il sindaco Mario Lucini, anche se la doccia gelata arrivata venerdì dall’Anticorruzione si è fatta sentire eccome. «Il primo stato d’animo è stata la demoralizzazione – ha spiegato ieri sera nel corso di un incontro a Palazzo Cernezzi – mi aspettavo che Anac riconoscesse lo sforzo che abbiamo fatto per rispettare le loro indicazioni, ma ho le spalle grosse. Rivendico con orgoglio la fatica e l’impegno di un percorso difficile che abbiamo fatto con Regione Lombardia e gli altri soggetti competenti a valutare le soluzioni proposte. La scelta fatta è stata motivata, lineare e condivisa con le forze politiche, economiche e sociali con tutta la città. Abbiamo considerato, sempre concordemente con Regione Lombardia, la rescissione del contratto un’ipotesi molto penalizzante per la città, che avrebbe fatto precipitare ogni certezza in merito ai tempi e ai costi. Più che la posizione di Anac, cui abbiamo sottoposto di nostra spontanea iniziativa d’accordo con Regione Lombardia una possibile soluzione ad un problema che non abbiamo creato noi, ho a cuore il futuro della nostra città e la chiusura definitiva di questa annosa questione».

L’impressione è che anziché essere d’aiuto la relazione di Raffaele Cantone e i suoi commissari sia servita a rendere ancor più confuso un quadro già fin troppo complicato, suggerendo dubbi e criticità e nessuna soluzione. «Ho la necessità di approfondire in modo maggiore il documento, mi occorrono supporto tecnico e giuridico consistente – prosegue il sindaco - Non è quello che ci aspettavamo, ritenevamo conformandoci alle indicazioni di luglio di aver rimosso la parte sostanziale delle criticità sollevate da Anac, per poter procedere alla perizia di variante numero 3. Anac ritiene che ci siano degli elementi ostativi alla piena legittimità della terza perizia di variante. Occorre una ulteriore analisi. Alcune contestazioni contengono delle contraddizioni, altre non sono state comprese pienamente, per altre occorre partire con una strada che sia percorribile. L’Anticorruzione dice che non doveva essere assegnato l’appalto, dice che non erano ammissibili le varianti migliorative. Purtroppo fare il sindaco è più difficile che sedere all’Anac: non basta conoscere i problemi, occorre fare delle scelte. Ciononostante riconosco che il parere di Anac, se pure non vincolante, è comunque molto autorevole e non può essere sottovalutato.

Il nodo è capire come uscire da questo impasse. Sarebbe devastante revocare l’appalto a Sacaim, ci vorrebbe un sacco di tempo per tornare in possesso del cantiere, oltretutto entreremo in uno scontro giudiziario. Ogni scelta dovrà essere sostanziata giuridicamente per non esporre l’amministrazione a rischi». Di sicuro Lucini, che ammette aver sofferto un po’ di solitudine, non intende arrendersi. «Non ho pensato minimamente alle dimissioni – conclude – Non sono uno che scappa di fronte ai problemi, vado avanti e continuerò a impegnarmi per restituire il lungolago ai comaschi. La solitudine è uno degli stati d’animo che connotano il ruolo del sindaco, non perché sia colpa di qualcuno. Mi sento supportato dalla mia Giunta, ma su tante cose tutto si concentra su di te e questo alla fine pesa. Io ci spero di veder riaperto il cantiere, dare i numeri non è nella mia forma mentis, sono troppe le variabili in atto per la casualità. Sulla sostanza del percorso lo ribadisco e lo risposto, gli errori si fanno tutti i giorni». 

di ROBERTO CANALI