Como, sette condanne per le paratie

Scandalo lavori: un anno e mezzo all’ex sindaco Lucini, prescritto il predecessor

Le paratie sul lungolago di Como (Cusa)

Le paratie sul lungolago di Como (Cusa)

Como, 17 gennaio 2019 - Il processo sullo scandalo paratie di Como finisce con sette condanne. Anche se le pene sono più basse delle richieste. Un totale di dodici anni di reclusione, al termine di oltre due anni di dibattimento in primo grado con dieci imputati e una società, la Sacaim, accusati di violazioni sul progetto antiesondazione del lungolago.

Condannati l’ex sindaco Mario Lucini (centrosinistra) e alcuni dirigenti comunali, prescrizione per il suo predecessore Stefano Bruni (FI). I giudici – Valeria Costi, Christian Mariani e Walter Lietti – hanno fortemente ridotto le ipotesi di reato e le richieste di pena del pubblico ministero Pasquale Addesso, condannando per cinque capi di imputazione rispetto ai 23 totali, ma hanno ritenuto provate le accuse principali, e in particolare la turbativa d’asta – scaturita da una segnalazione di Anac - per aver spacchettato gli incarichi per la terza variante del progetto, evitando così di bandire una gara pubblica e tagliando i tempi di assegnazione. Nel processo, che si era aperto a novembre 2017, sono confluiti procedimenti diversi, tra cui incarichi per manutenzioni stradali di Como. L’ex direttore dei lavori delle paratie Pietro Gilardoni è stato condannato a 4 anni per due distinte accuse: un anno e 6 mesi per turbativa d’asta, 2 anni e 6 mesi per corruzione legata a un lavoro stradale. Condanne con pena sospesa per tutti gli altri imputati accusati di turbativa d’asta nella gestione della terza variante, e assoluzione per una parte delle contestazioni: un anno e 6 mesi per l’ex sindaco di Como Mario Lucini, in carica fino al 2017, un anno e 3 mesi per l’ex responsabile del procedimento Antonio Ferro, un anno per Maria Antonietta Marciano (solo per falso) e 6 mesi per Antonella Petrocelli, entrambe ex dirigenti comunali. È stato inoltre condannato a 2 anni l’ex dirigente Antonio Viola per corruzione in concorso con Gilardoni, e a un anno e 8 mesi l’imprenditore Antonio Foti, per rivelazione di segreti d’ufficio, in entrambi i casi per incarichi di manutenzione stradale.

È stata dichiarata la prescrizione per Bruni, predecessore di Lucini, e per il procuratore delegato di Sacaim, l’impresa che vinse l’appalto paratie. Infine assolti il funzionario comunale Ciro Di Bartolo, l’architetto Virgilio Anselmo, e la Sacaim dall’illecito amministrativo. «La sentenza – ha commentato il procuratore capo di Como, Nicola Piacente – conferma la sussistenza dei reati più gravi. Pur nel rispetto della decisione del Tribunale, la Procura è orientata verso l’impugnazione delle assoluzioni e delle prescrizioni dai reati ambientali, che consideriamo permanenti».