Como, condannato in primo grado per le paratie: l'amaro sfogo dell'ex sindaco Lucini

La confessione via social: "Un colpo duro e difficile da metabolizzare, ma non voglio rinunciare all'affermazione della verità"

L'ex sindaco Mario Lucini

L'ex sindaco Mario Lucini

Como, 6 febbraio 2019 - Condannato a un anno e mezzo in primo grado lo scorso 16 gennaio dal Tribunale di Como per quello che è stato ribattezzato il "processo paratie", l'ex sindaco Mario Lucini è rimasto zitto per tre settimane, amareggiato per una sentenza che molto probabilmente impugnerà come gli altri coimputati, l’ex direttore dei lavori delle paratie Pietro Gilardoni, l’ex responsabile del procedimento Antonio Ferro nonchè la dirigente del comune Maria Antonietta Marciano e l’ex dirigente Antonella Petrocelli, anche loro condannati per gli abusi legati al progetto di riqualificazione del lungolago.

Un silenzio quello dell'ex sindaco rotto l'altra notte, con un lungo post pieno di amarezza sul suo profilo Facebook. "Voglio ringraziare di cuore le tante persone che in questi giorni hanno voluto manifestarmi la loro vicinanza - ha scritto - Ci ho messo un po’ di tempo, lo so, e me ne scuso con voi, ma ho sempre pensato che nei momenti difficili si debba evitare di lasciar guidare i propri pensieri e le proprie parole dalla delusione o, peggio ancora, dalla rabbia. E io sentivo il bisogno di qualche giorno di “decompressione”. Spesso la vita ci pone davanti prove dolorose e impensate. Mai però avrei immaginato di poter essere un giorno considerato "controparte" dalla Repubblica Italiana, il mio Paese; un Paese che amo e di cui rispetto le istituzioni. E’ un colpo duro, difficile da metabolizzare". 

Un momento difficile che Lucini ha voluto vivere in famiglia, lontano dalle occasioni pubbliche. "Gli ideali, le passioni, i sogni che ti hanno accompagnato nella vita, te li senti morire dentro, ed è davvero brutto. Ma al di là dell’amarezza, penso che nessuno possa permettersi di lasciar morire i propri ideali, le proprie passioni e i propri sogni. Con umiltà e coraggio vanno rivitalizzati e rinnovati ogni giorno. Anche perché c’è un’altra cosa in cui ho sempre creduto ed alla quale non intendo rinunciare adesso: l'affermazione della verità. E anche perché oltre al rispetto per le Istituzioni del mio Paese, che ho sempre avuto e non rinnego ora, penso, anzi sono certo, di dovere rispetto anche a me stesso, al cammino che ho sin qui percorso, alle persone che in questo cammino ho incontrato. Nella mia vita ho ricevuto molto da molte persone e ho sempre cercato di dare quello che le mie capacità e i miei difetti mi consentivano, con impegno, serietà, correttezza e compassione. E so di dover continuare a farlo. Ci sto provando". 

Uno sfogo il suo che sta raccogliendo centinaia di commenti e apprezzamenti di solidarietà espressi da tanti esponenti del centrosinistra comasco, ma anche da semplici cittadini che hanno apprezzato il suo modo di amministrare la città, nonostante la disavventura giudiziaria e la condanna che a questo punto, quasi sicuramente, verrà sottoposta a revisione in appello.