Como, Maroni sul cantiere paratie: pronti a intervenire

Il governatore è disposto a giocarsi anche il jolly Infrastrutture Lombarde. "Tramite i nostri uffici stiamo seguendo da vicino l’intera vicenda e soprattutto attendiamo dei riscontri dall’Autorità Anticorruzione per capire come procedere" di ROBERTO CANALI

Il cantiere bloccato

Il cantiere bloccato

Como, 13 marzo - Sul caso paratie è pronto a ridare le carte il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, disposto a giocarsi anche il jolly Infrastrutture Lombarde, pur di finire l’opera e restituire il lungolago ai comaschi. «La stazione appaltante è il Comune di Como – ha sottolineato Roberto Maroni, che ieri si è concesso un blitz in città per congratularsi con la nuova segretaria cittadina della Lega Nord, Alessandra Locatelli – ma tramite i nostri uffici stiamo seguendo da vicino l’intera vicenda e soprattutto attendiamo dei riscontri dall’Autorità Anticorruzione per capire come procedere».

La situazione è cristallizzata all’esito della relazione arrivata da Roma nel gennaio scorso: una sostanziale bocciatura della Terza Variante che doveva l’ancora di salvezza del sindaco Mario Lucini, considerata alla stregua di un nuovo appalto mascherato e quindi da subordinare a una nuova procedura di assegnazione. Difficile andare avanti impossibile andare indietro, pena aprire un contenzioso dagli esiti più che incerti con la Corte dei Conti. Anche così i margini di manovra per il sindaco sono molto stretti, specie da quando la Procura della Repubblica di Como l’ha iscritto nel registro degli indagati insieme al suo predecessore, Stefano Bruni e a quattro dirigenti di Palazzo Cernezzi. Un atto dovuto nell’inchiesta aperta dopo il deposito della relazione dell’Anac. Da allora l’unico atto concreto del Comune è stata la decisione, a metà di febbraio, di assumere un super consulente, il professor Guido Greco docente di Diritto Amministrativo all’Università Statale, per «assistere l’amministrazione nell’analisi dei profili giuridici legati alla delibera di Anac».

Tradotto significa valutare se esiste margine di trattativa rispetto alle irregolarità riscontrate, magari spezzando il Terzo Lotto in due trance: da una parte le opere di ingegneria, da affidare a Sacaim, dall’altra gli interventi di abbellimento della passeggiata da assegnare con un nuovo appalto, oppure decidere di prendere il toro con le corna e impugnare la decisione dell’Anac, presumibilmente di fronte al Tar. In questo scenario il Governatore Maroni, che in queste settimane ha chiamato Raffaele Cantone offrendogli un ruolo super partes per controllare la riforma della sanità lombarda, sembra essersi stancato di stare alla finestra. «Siamo in attesa di una soluzione – conclude – finora abbiamo rispettato le decisioni del Comune, ma qui sono tutti i lombardi e non solo i comaschi a pagare». 

di ROBERTO CANALI