Como, nessun passo indietro sulle paratie: l'Anticorruzione imbarazza Lucini

L'Anac non cambia idea sull'inadeguatezza delle paratie. Serve un nuovo progetto. Fra le criticità anche la nomina del direttor edei lavori di ROBERTO CANALI

Il sopralluogo

Il sopralluogo

Como, 9 gennaio 2016 - Sei mesi di controdeduzioni e il superlavoro di tecnici e legali di Palazzo Cernezzi sono serviti a poco o nulla. Alla fine l’Autorità Anticorruzione non ha cambiato idea rispetto all’inadeguatezza delle paratie sul lago che non solo non vanno bene così come sono, ma non sono accettabili neppure nella terza variante presentata da Mario Lucini, un vero e proprio nuovo progetto per Raffaele Cantone, relatore sul tema di fronte alla commissione che si è riunita ieri a Roma, da affidare con un nuovo appalto pubblico. Chi sperava in una ciambella di salvataggio è destinato a rimanere deluso, Mario Lucini in primis che infatti ieri ha preferito trincerarsi dietro un no comment in attesa di poter leggere la relazione che l’Anac invierà nei prossimi giorni a Palazzo Cernezzi, in copia con il Tribunale e la Corte dei Conti. 

«Il procedimento è stato particolarmente lungo e complesso ed ha visto l’utilizzo di tutti gli strumenti di cui l’autorità è dotata – si legge in una nota diffusa ieri pomeriggio – ci siamo avvalsi di attività ispettiva in loco presso il cantiere delle paratie, fino all’acquisizione di informazioni e documenti anche in contraddittorio con le parti. L’attività istruttoria si era conclusa con l’invio di due note e l’audizione dei tecnici comunali, più volte reiterata. Rispetto alle contestazioni effettuate nelle due note, nella delibera finale vengono confermati numerosi scostamenti dalle regole del codice dei contratti pubblici e la carente conduzione tecnica e amministrativa dell’esecuzione del contratto, oltre ad errori in parte già riferibili al progetto originario». Tra le criticità viene anche confermata l’inopportunità della più recente nomina del direttore dei lavori, ovvero Pietro Gilardoni che in passato era stato consulente per la Sacaim che nel frattempo è però passata di proprietà.

Unannotazione quella dell’Anac che rischia di costare cara, a livello politico, per il sindaco Mario Lucini che anche di recente aveva difeso a spada tratta il suo tecnico in Consiglio Comunale di fronte alle obiezioni delle minoranze. Unica nota positiva riconosciuta dall’Anticorruzione la «riduzione dell’originaria variante», ovvero il tentativo di captatio benevolentiae dei tecnici di Palazzo Cernezzi che nel corso dell’estate avevano ridefinito in fretta e furia il progetto per adattarlo alle richieste di Anac. Anche così però secondo Raffaele Cantone, «il risultato non appare per molti aspetti soddisfacente». La prossima mossa al sindaco Lucini che, come scrive Cantone, «dovrà valutare se e quali misure ritiene congrue per la prosecuzione o la risoluzione del contratto, considerando le criticità emerse dall’attività di vigilanza». Tradotto dal burocratese o a Palazzo Cernezzi opteranno per un nuovo appalto: che però significa rischiare un contenzioso con Sacaim e spendere molto di più, oppure dovranno rivedere completamente lo sviluppo futuro dell’opera riadeguandola al progetto originale. Questa volta a giudicare non sarà più l’Anticorruzione ma direttamente il Tribunale di Como e la Corte dei Conti. Per quanto riguarda i comaschi il loro giudizio l’hanno emesso già: si è perso un sacco di tempo e si rischia di perderne chissà quanto ancora.  

di ROBERTO CANALI