"Papà ho bisogno del tuo aiuto"

L’infermiera Daniela Molinari, gravemente ammalata, si è sottoposta a cure sperimentali e costose

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Dopo l’appello disperato alla madre, che alla fine ha acconsentito a concedere un campione del proprio sangue per l’analisi del Dna, Daniela Molinari l’infermiera che vive a San Vittore Olona ma è nata a Como ed è cresciuta in orfanotrofio, chiede l’aiuto anche al padre biologico. "In questo periodo le mie forze sono sempre meno, fatico a guardare lo schermo del telefonino per scrivere – spiega – ho subito un intervento chirurgico piuttosto fastidioso, ma non è quello che mi fa star male. È la situazione generale che mi portata a faticare a respirare, a parlare, a riprendermi, ogni volta è più dura nonostante io non voglia mollare".

La donna, la cui storia aveva commosso l’Italia intera, si è sottoposta a una cura sperimentale molto costosa e non riconosciuta dal Sistema sanitario nazionale, solo per il primo ciclo di cure sono necessari 140mila euro raccolti in parte – 74mila euro – grazie al sostegno di migliaia di persone che hanno raccolto il suo appello effettuando una donazione sulla piattaforma Gofundme. La cura però rischia di essere inefficace senza il Dna del padre. "Mi sembra di essere tornata indietro mesi a quando non sapevo nemmeno se avrei potuto cominciare la cura, perché non trovavo la mia mamma e poi quando l’ho trovata mi aveva negato l’aiuto ora sono un po’ nella stessa situazione, devo continuare le cure, il mio fisico non regge e sicuramente le ricerche delle mie origini che sono arrivate ad un dunque anche dalla parte paterna potrebbero darmi un ulteriore aiuto, ma io non sono più forte come prima, anche se ci provo in ogni modo. Ed ho bisogno davvero dell’aiuto di tutti, per lottare e soprattutto vincere la guerra". Nelle scorse settimane Daniela attraversò un percorso molto complesso partito da una ricerca sul proprio Dna è riuscita a risalire a un lontano parente che vive in Francia e a sua volta l’ha indirizzata ad altri parenti in Liguria e da qui è risalita in provincia di Como, sul lago, dove vive il suo padre biologico che ha provato a contattare senza alcun risultato.

"In questi giorni ho trovato anche il mio papà. Mi rimetto alla riflessione di chi dovrà riflettere e scegliere cosa fare: aiutare o nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Finirà tutto questo prima o poi?". La speranza è nell’aiuto del padre o delle sorelle e i fratelli biologiche che, nel più completo anonimato, fornendo un campione del loro sangue, potrebbero salvarle la vita. Un gesto che non costa nulla e può fare tantissimo. "Non so come andrà a finire questa esperienza di vita dolorosa e pazzesca, ma sono arrivata alla conclusione che quello che ho vissuto e sto attraversando potrà servire a smuovere le coscienze, perché come ci sono tante persone buone che si mettono a disposizione degli altri come ce ne sono altrettante che non riescono a capire l’importanza della vita e fanno muro in tutti i modi per non aiutare". Roberto Canali