Pallacanestro Cantù, ora tocca al Pianella

Passata di mano la squadra, occhi puntati sul palazzetto

I nuovi proprietari sono i soci di Tutti insieme Cantù

I nuovi proprietari sono i soci di Tutti insieme Cantù

Cantù (Como), 20 febbraio 2019 -  Sportivi  fino alla fine i canturini che lunedì sera hanno salutato quello che per tre anni è stato il loro ingombrante patron, Dmitry Gerasimenko. Non è il primo avvicendamento burrascoso nella lunga storia della società, ma questo è doppiamente storico per due motivi: il primo è che almeno per ora proprietario di Pallacanestro Cantù è l’azionariato popolare, il secondo che per la prima volta si è parlato più di palazzetto che non di società

In questo lo Zar è stato di parola, aveva detto che avrebbe ceduto le quote a zero e così ha fatto anche perché alla squadra oggi rimane poco più del blasone appesantito dai debiti accumulati negli ultimi anni con i fornitori, quello che Gerasimenko ha voluto farsi monetizzare fino all’ultimo è la Pianella Srl, che come tradisce il nome detiene le quote del palazzetto. Questo significa che nei prossimi anni squadra e palazzetto dovranno procedere di pari passo, naturalmente a Cucciago dove c’è già pronto un progetto che attende solo di essere realizzato.

Completata la prima fase, il ritorno della società a casa, adesso il prossimo passaggio è l’arrivo degli americani del colosso Southern Glazer’s Wine & Spirits, il misterioso socio di Tic che anche adesso che lo Zar ha posato le carte sul tavolo continua a mantenere alta la riservatezza. Se l’esperienza Gerasimenko ha insegnato qualcosa è che non potranno essere solo loro a tirare il carretto: mantenere la società competitiva costa 3,5 milioni di euro l’anno, ergo per viaggiare sereni occorre rivolgersi a più di uno sponsor. Stavolta a Cantù hanno imparato la lezione. "Adesso è arrivato il momento di pensare solo allo sport giocato – sorride Alice Galbiati, dall’autunno scorso nel ruolo di sindaco –. Speriamo di poter tornare presto a tifare la squadra a Cucciago e per quanto riguarda il nostro palazzetto fermo alle fondamenta in corso Europa abbiamo dei progetti che verranno vagliati con un approccio costi-benefici. Solo se ne varrà la pena proseguiremo l’opera per trarne qualcosa di utile per la città, altrimenti si valuterà l’abbattimento, di sicuro così com’è quell’area non ci può stare".