Omicidio a Tavernola, trovata un'impronta

Nessuno degli ospiti del centro di accoglienza manca all'appello

Polizia al centro dei Salesiani

Polizia al centro dei Salesiani

Como, 13 ottobre 2018 - Giovane, gambiano, senza dimora fissa. Potrebbe essere questo il ritratto dello straniero trovato senza vita giovedì mattina, abbandonato in una scarpata alle spalle del vasto edificio che ospita il centro di accoglienza di Tavernola. Gli investigatori della Squadra Mobile di Como, stanno concentrando le attenzioni su una possibile identità, le cui caratteristiche corrisponderebbero ad alcuni dettagli riscontrati durante i primi rilievi. Ma, allo stesso tempo, una risposta certa potrebbe arrivare dall’autopsia. Il medico legale Giovanni Scola, sta infatti lavorando su un polpastrello della vittima, che a una prima valutazione sarebbe risultato meno danneggiato degli altri, e forse utile al rilievo dell’impronta digitale. Se un numero minimo di punti dattiloscopici risulterà leggibile, il sistema Afis, la banca dati delle impronte digitali potrà abbinarlo con certezza a un nome e cognome. È infatti quasi impossibile che gli stranieri presenti a Como non siano stati identificati, anche nel caso di persone senza dimora fissa. Il problema reale, in questo caso, è solo avere un dato di partenza su cui basare una verifica dell’identità.

La morte, avvenuta probabilmente per lo sfondamento del cranio, potrebbe risalire a un paio di settimane fa. Un tempo durante il quale il corpo, seppure avvolto in una pesante coperta, è stato aggredito dalla natura, che lo ha reso non riconoscibile. Se gli accertamenti andranno nella direzione ipotizzata in queste ultime ore, la vittima potrebbe essere un giovane proveniente dal Gambia, che aveva avviato l’iter di regolarizzazione, salvo poi andare incontro ad alcuni problemi con la giustizia. Di certo non si tratta di un ospite del centro dei Salesiani, nella cui sede di via Conciliazione, messa a disposizione di una cooperativa, dormono circa trecento stranieri. Ma nessuno di loro manca all’appello, o risulta scomparso nelle ultime due o tre settimane. 

Tuttavia attorno a questo stesso centro, gravita un numero variabile di stranieri senza dimora fissa, che cercando riparo o un piatto di cibo, pur non avendo i requisiti che gli permettono di ottenere un posto letto. Si riuniscono qui, nella speranza di ottenere qualcosa, e passano la notte insieme. Sono persone che non hanno potuto ottenere, o hanno perso, il diritto a stare nei canali dell’accoglienza, per i quali è rimasta solo la strada. Su cosa possa essere accaduto, al momento non ci sono ipotesi: dalla ferita, e dalle modalità con cui si è cercato di far sparire il corpo, potrebbe essersi trattato di una lite sfociata in un’aggressione. A quel punto il corpo del giovane straniero, sarebbe stato avvolto in una coperta del tipo utilizzato nei circuiti di accoglienza, e scaricato nella scarpata alle spalle dell’edificio. Uno spazio verde dove gli ospiti del centro spesso gettano immondizia di ogni genere, e che periodicamente viene ripulito. Come è avvenuto giovedì mattina, quando un migrante che stava raccogliendo i rifiuti, ha visto i piedi spuntare dalla coperta arrotolata. E ha dato l’allarme.