Cantù, uccise il nonno a coltellate: chiesti 30 anni con lo sconto

A giugno la sentenza. Per la perizia Luca Volpe è sano di mente

Luca Volpe accusato dell’omicidio del nonno Giovanni

Luca Volpe accusato dell’omicidio del nonno Giovanni

Cantù, 17 maggio 2019 - Luca Volpe deve essere condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio del nonno. È la richiesta giunta ieri dal pubblico ministero Simona De Salvo, per il ventottenne di Cantù accusato di aver ucciso Giovanni Volpe il 16 marzo dello scorso anno. Il pensionato di 78 anni, era stato raggiunto da 19 coltellate sferrate dal nipote, con cui conviveva, all’interno del suo appartamento, in via Monte Palanzone a Cantù. Volpe, detenuto nel carcere di Pavia, è stato sottoposto a perizia da parte della psichiatra forense milanese Marina Verga, che aveva ricevuto l’incarico dal gup Carlo Cecchetti, davanti al quale si sta svolgendo il processo con rito abbreviato.

Tuttavia la conclusione dell’esame, lo aveva dichiarato capace di intendere, e quindi perfettamente processabile. «Anche lui mi ha colpito con un coltello, e mi aveva ferito a un polso» ha detto ieri Volpe al gup, sostenendo di essere stato provocato. La difesa dell’avvocato Andrea Bertucci, ha fatto una serie di richieste: la non imputabilità per incapacità di intendere, in subordine l’assoluzione per «fatto non costituente reato», in quanto Volpe sarebbe stato sotto effetto di stupefacenti e quindi non in grado di volere la morte del nonno, e infine, ulteriormente in subordine, il minimo della pena. All’imputato vengono contestate le aggravanti della crudeltà, della minorata difesa della vittima e dell’aver agito contro un ascendente.

All'epoca aveva detto di aver litigato con il nonno per motivi di soldi: dopo il delitto, aveva abbassato tutte le tapparelle della casa, chiuso la vittima nello studio, e si era allontanato, per essere ritrovato ore dopo dai carabinieri, in un motel di Novedrate, in compagnia di due prostitute.

Ieri è uscito dal procedimento il figlio della vittima, zio dell’imputato, che si era costituito parte civile attraverso l’avvocato Arnaldo Giudici: Luca Volpe ha infatti rinunciato alla sua quota ereditaria, andando quindi a incrementare quella degli eredi.

Il processo è stato rinviato a inizio giugno, quando arriverà la sentenza a carico dell’imputato attualmente detenuto nel penitenziario pevese.