Cantù, coltellate mortali al nonno. La follia social di Luca: "Sono Made in Calabria"

La pagina Facebook dell'assassino

Luca Volpe

Luca Volpe

Como, 19 marzo 2018 - «Luca Volpe Made in Calabria» ha scritto con orgoglio nel suo profilo Facebook, con tanto di pistola simbolica, le stesse armi che si è tatuato sull’addome. Due profili completamente privi di informazioni su se stesso, se non una serie di foto a torso nudo, e la professione esibita pubblicamente: rapinatore. Da sabato all’alba, il ventottenne si trova in carcere al Bassone, accusato dell’omicidio del nonno Giovanni Volpe, pensionato di 78 anni. 

L'uomo è stato trovato ormai esanime nell’abitazione in cui vivevano entrambi, in via Monte Palanzone 13 a Vighizzolo di Cantù, con almeno tre ferite di arma da taglio all’addome. L’autopsia che sarà disposta dal sostituto procuratore di Como Simona De Salvo, dovrà stabilire come è stato aggredito l’uomo e per quale causa è morto. I carabinieri della Compagnia di Cantù si sono limitati a rilevare le ferite evidenti, ma l’eventuale presenza di altre coltellate, o cause della morte diverse dalle ferite da taglio, dovranno essere ricostruite dal medico legale, che potrebbe procedere al suo esame tra oggi e domani. Nel frattempo Volpe sarà interrogato in carcere dal gip Maria Luisa Lo Gatto, davanti al quale dovrà decidere se spiegare cosa è accaduto in quell’appartamento in cui vivevano entrambi, o se tacere. A trovare il pensionato morto è stato il figlio della vittima, zio di Luca, venerdì sera alle 21.30, ma il delitto era probabilmente avvenuto quattro o cinque ore prima, quando una vicina di casa ha visto il nipote allontanarsi con la Fiat Panda. 

I carabinieri lo hanno rintracciato alle 2 di notte in un motel di Novedrate, ma per arrivare a lui sono state attivate una serie di attività tecniche urgenti, tra cui l’intercettazione del suo telefono cellulare, grazie al quale è stato individuato nella zona che gravitava attorno al motel. A quel punto hanno deciso di fare una verifica anche lì, che si è rivelata azzeccata. Volpe era lì da un paio d’ore, assieme a una prostituta albanese e a una nigeriana. Aveva gli abiti sporchi di sangue: il giubbetto e i pantaloni di colore scuro, non immediatamente visibili ma chiazzati in più punti, oltre alle scarpe. 

Restano ancora da chiarire le cause dell’aggressione, nella quale si è persino spezzata la lama del coltello usata per l’omicidio. Sul tavolo della cucina i carabinieri hanno trovato tracce di droga, e non si può escludere che si stata questa la causa scatenante di un litigio che si è concluso drammaticamente.