Omicidio Molteni: "Mio marito? Un uomo pericoloso"

Le intimidazioni escogitate dalla moglie per convincere i giudici

L’architetto viene ucciso a due passi dalla villa  di famiglia (Cusa)

L’architetto viene ucciso a due passi dalla villa di famiglia (Cusa)

Carugo (Como), 10 ottobre 2016 - Provvedimento giudiziario e intimidazione. Un binomio che ha accompagnato l’ultimo anno e mezzo della vita di Alfio Molteni, l’architetto ucciso la sera del 14 ottobre dello scorso anno, davanti alla sua abitazione di Carugo. Per arrivare a dimostrare che le intimidazioni sono da ricondurre all’ex moglie della vittima, Daniela Rho, aiutata dal commercialista di famiglia Alberto Brivio, con cui aveva una relazione, la Procura di Como ha svolto un lavoro di ricostruzione parallela delle due vicende: il procedimento di separazione tra i due coniugi in corso davanti al giudice civile di Como, e le incursioni nella vita di Molteni. Con il fine di dimostrare che tutto ciò che ha patito Molteni, sarebbe stato un disegno per dare una cattiva immagine del professionista e inibire il giudice ad affidargli le bambine. Il primo episodio, mai denunciato ma che la vittima racconta in una mail inviata al suo avvocato, risale al 25 luglio 2014, quando due uomini lo avvicinano e lo minacciano vicino alla casa dell’ex moglie, a Cabiate. Il 5 giugno era stato dichiarato il diritto di visita alle figlie minori anche con pernottamento nell’abitazione del padre.

Un anno dopo, l’8 aprile 2015, arriva il provvedimento di estensione del diritto di visita a tre volte a settimana, anche con il pernottamento delle bimbe dal padre. Il 27 maggio la Range Rover del professionista viene incendiata nel garage del suo studio, a Mariano. Al 17 giugno risale l’udienza in cui il giudice stabilisce che le bambine trascorressero il fine settimana dal padre, con pernottamento dal successivo 20 giugno. Quella stessa notte, viene lanciata una bottiglia incendiaria contro la finestra dell’abitazione di via Garibaldi. Il 24 giugno avviene il deposito del ricorso di Molteni per inosservanza delle disposizioni del giudice inerenti al diritto di visita delle figlie da parte dell’ex moglie, ma due giorni dopo vengono esplosi otto colpi di pistola contro la finestra di casa sua. Così, il 29 luglio, Daniela Rho deposita un ricorso urgente che invoca il pericolo per l’incolumità delle figlie quando sono con il padre, ottenendo restrizioni al diritto di visita. Ma quest’ultimo, il 5 ottobre, rispristina il diritto di visita di Molteni in assenza della madre: il 14 ottobre avviene l’ultimo atto intimidatorio, la gambizzazione che gli costerà la vita.