Omicidio di Guanzate:minacce e colpi di pistola. Tutti i misteri del delitto Albanese

Ecco i retroscena del giallo del 33enne di Fino Mornasco di Paola Pioppi

La fossa del cantiere a Guanzate dove è stato trovato il corpo di Ernesto Albanese nel riquadro

La fossa del cantiere a Guanzate dove è stato trovato il corpo di Ernesto Albanese nel riquadro

Guanzate, 27 ottobre 2014 - Gli arresti per droga, gli attriti interni al gruppo, fino agli spari di quattro giorni prima della sua morte. Per indagare sull’omicidio di Ernesto Albanese, 33 anni di Fino Mornasco, la Squadra Mobile di Como — giunta ad avere un quadro ormai chiaro delle dinamiche — ha ricostruito gli episodi più significativi delle ultime settimane di vita. Quando sulla sua bacheca di Facebook gridava insulti e minacce a qualcuno di non meglio identificato, ma perfettamente riconoscibile a chi sapeva di cosa stesse parlando. Albanese vagheggiava di condotte scorrette, debiti pretesi o dovuti. Denigrava, di continuo, e nessuno gli rispondeva. Il 4 giugno, qualcuno ha esploso a tarda sera quattro colpi di pistola verso un’abitazione di Bulgorello di Cadorago. Era l’appartamento di due coniugi, accanto a quello in cui si era trasferito Albanese da qualche giorno.

Un episodio per il quale un paio di settimane fa è finito in carcere Francesco Virgato, 44 anni di Appiano Gentile, accusato di essere l’autore di quelle minacce. L’8 giugno, Albanese fu prelevato da casa sua, chiuso nel bagagliaio di un’auto, portato in un bosco, e ucciso. Sarebbero almeno cinque i responsabili di quell’omicidio, commesso con modalità più che efferate: almeno due persone lo avrebbero ripetutamente accoltellato, decine di tagli partendo dalle gambe, poi all’addome e alla schiena, all’inguine.  Profondi e ripetuti, ma mai mortali.

È stato lasciato così, nel bosco di Guanzate, in preda a un’agonia durata ore, finché ogni goccia di sangue lo ha abbandonato. Sorvegliato, ovviamente, nel caso qualcuno arrivasse in suo soccorso. È stato poi seppellito nel giardino di una casa in ristrutturazione di via Patrioti, sempre a Guanzate. Il proprietario, Filippo Internicola, 46 anni di Lurago Marinone, è stato arrestato a inizio ottobre, accusato di un sequestro di persona a cui si è aggiunta una seconda ordinanza per un altro episodio simile. Assieme a lui, un mese fa era finito al Bassone il fratello, Andrea Internicola, 42 anni e Rodolfo Locatelli, 39 anni di Guanzate.

A quest’ultimo sarebbe stata ceduta, di recente, una quota della casa di via Patrioti, ma nel frattempo è finito in cella anche per una rapina che sarebbe stata commessa assieme a Andrea Internicola. Un unico e stretto giro: Andrea Internicola e Francesco Virgato, da anni, sono legati da una serie di trascorsi comuni, che li hanno portati in carcere assieme. Del gruppo farebbe parte anche Luciano Nocera, 45 anni di Fino Mornasco, arrestato a giugno dalla Dda di Milano per traffico di droga, relativo a fatti del 2008: un provvedimento di cui era destinatario anche Albanese, scomparso giorni prima. Ma Nocera era stato arrestato dai carabinieri di Como già nel 2009, quando in un cortile di Socco di Fino Mornasco, dove abitava sua nonna, fu trovata una sacca piena di armi e munizioni.