Omicidio in casa di riposo: anziana decisa a difendersi in aula

La donna di 79 anni accusata di quell’omicidio avvenuto all’interno della casa di cura Don Guanella il 24 settembre, ha deciso di andare a processo davanti alla Corte d’Assise di Como

La casa di cura don Guanella di Como

La casa di cura don Guanella di Como

Como, 4 gennaio 2017 - Ha sempre affermato di aver solo appoggiato quei guanti di lattice sulla bocca di Dolores De Bernardi, e di non aver fatto nulla per soffocarla. Così Antonietta Pellegrini, la donna di 79 anni accusata di quell’omicidio avvenuto all’interno della casa di cura Don Guanella il 24 settembre, ha deciso di andare a processo davanti alla Corte d’Assise di Como. La data è stata fissata per il prossimo aprile, fissata con giudizio immediato: assieme al suo avvocato, Fabrizio Lepore, ha deciso di non chiedere il giudizio abbreviato, e di portare in aula la sua versione dei fatti.

La De Bernardi, degente di 91 anni, ormai priva di autosufficienza, era stata trovata senza vita nel suo letto nel tardo pomeriggio di domenica: in bocca aveva un paio di guanti di lattice, che ne avevano provocato il soffocamento. Gli inquirenti della Squadra Mobile della Questura di Como, coordinati dal sostituto procuratore Simona De Salvo, avevano iniziato le indagini facendo una serie di ricognizioni che prendevano in considerazione ogni possibilità, non avendo trovato traccia né testimonianze, che potessero aiutare a comprendere chi si era introdotto in quella camera nei venti minuti in cui la donna era rimasta sola. Tra le possibilità, era stata presa in considerazione anche la compagna di stanza, una donna di 94 anni, inizialmente indagata per poter svolgere accertamenti tecnici, ma poi archiviata. 

Nel frattempo, grazie soprattutto alle videointercettazioni ambientali i sospetti si sono concentrati attorno alla Pellegrini, che nel frattempo aveva sottratto dal carrello degli infermieri alcune paia di guanti identici a quelli utilizzati per l’omicidio. Li aveva nascosti nella borsa, nella poltrona e nell’armadio della compagna di stanza della vittima, man mano ritrovati dal personale. Condotta per la quale la donna è accusata anche di calunnia.