Anziana soffocata, scatta l’arresto: "Fu lei a infilarle i guanti nella gola"

Como, ai domiciliari nello stesso ospizio la moglie di un paziente

verifiche della Squadra mobile di Como

verifiche della Squadra mobile di Como

Como, 13 ottobre 2017 - Arrestata per aver soffocato un’ospite della casa di riposo di Como con un paio di guanti di lattice infilati in gola. Messa ai domiciliari, vista la gravità del delitto e il pericolo che possa farlo ancora. Qualcuno, infatti, l’ha sentita sussurare che anche il marito sarebbe dovuto morire. Per questo il gip di Como Carlo Cecchetti ieri ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare per Antonietta Pellegrini, 79 anni, accusata dell’omicidio di Dolores De Bernardi, avvenuto il pomeriggio del 24 settembre all’interno del ricovero Don Guanella di Como. La misura, chiesta dal sostituto procuratore Simona De Salvo, è stata eseguita nel pomeriggio dalla Squadra Mobile di Como e impone alla donna di non allontanarsi dalla sua stanza, all’interno della foresteria della stessa struttura dove è ricoverato il coniuge e dove lei stessa è residente.

La Pellegrini avrebbe soffocato l’anziana con un paio di guanti di lattice che le erano stati infilati nel cavo orale, e che in pochi minuti ne avevano provocato la morte. La donna, che da anni assiste ogni giorno il marito ricoverato nella stessa corsia, non avrebbe avuto difficoltà a recuperare quei guanti da un carrello del personale, avvicinarsi al letto della De Bernardi senza essere notata, e in pochi attimi compiere quel gesto. La vittima, allettata e in gravissime condizioni, era rimasta sola per poco più di un quarto d’ora, sufficiente comunque a trovarla già morta. Allo stesso tempo, la Procura accusa la Pellegrini di calunnia nei confronti della compagna di stanza della vittima, per aver disseminato prove che avrebbero avuto lo scopo di far convergere su di lei i sospetti. In particolare, in tre circostanze aveva nascosto guanti di lattice nei luoghi frequentati dall’altra degente. Il primo episodio risale al 1° ottobre, quando un’operatrice aveva trovato un paio di guanti di lattice, uguali a quelli usati per l’omicidio, sulla poltrona in cui si siede la compagna di stanza. Il secondo caso due giorni dopo, quando la polizia aveva trovato guanti identici all’interno della borsa della donna. Infine il 5 ottobre c’era stato un altro ritrovamento, sotto il cuscino. Tre riscontri che avrebbero potuto costituire forti indizi nei confronti della compagna di stanza, una donna di 94 anni con qualche difficoltà cognitiva, ma sostanzialmente autosufficiente.

Tuttavia a far cambiare rotta alle indagini sono state le attività tecniche che la polizia ha avviato all’interno della struttura, e in particolare le riprese video realizzate all’interno degli ambienti in cui era avvenuto l’omicidio, che mostrano la Pellegrini collocare i guanti nel comodino della novantaquattrenne, totalmente ignara. Quest’ultima era stata comunque indagata per consentire di svolgere i prelievi biologici a supporto degli accertamenti richiesti dalle indagini, un atto dovuto.