Omicidio a Mozzate. Preso il terzo uomo: era scappato in Francia

E' un ragazzo di appena 17 anni il complice di Dritan: lo avrebbe aiutato ad uccidere Lidia Nusdorfi e Silvio Mannina di Paola Pioppi

Omicidio a Mozzate (Cusa)

Omicidio a Mozzate (Cusa)

di Paola Pioppi

Mozzate (Como), 10 luglio 2014 - È arrivato a Rimini due giorni prima degli omicidi e scappato in Francia poco dopo. Mancava solo lui all’elenco delle persone che hanno preso parte agli omicidi di Silvio Mannina e Lidia Nusdorfi, commessi in rapida sequenza tra 28 febbraio e 1 marzo scorsi, rispettivamente a Rimini e Mozzate. Ora il ragazzo, un albanese di 17 anni, è in carcere in Francia, in attesa di essere estradato in Italia.  Deve rispondere di una lunga serie di accuse, che partono dalla partecipazione ai due omicidi premeditati e aggravati, in concorso con Dritan Demiraj, lo zio Sadik Dine, e la compagna Monica Sanchi. È stata quest’ultima ad ammettere la sua presenza prima in casa a Rimini, dove Mannina è stato seviziato, obbligato a fissare un appuntamento con Lidia per il giorno successivo, e poi ucciso, così come nell’auto che è venuta a Mozzate guidata da Dritan. Lo ha riconosciuto in foto, confermato la sua identità. Demiraj, prima negava che ci fosse anche il ragazzo, e poi ha sempre cercato di proteggerlo. In Italia da un anno con un permesso di soggiorno, ospite di un conoscente a Roma, è figlio dei vicini di casa della famiglia Demiraj in Albania, chiamato per dare una mano nel risolvere la questione dell’abbandono e dei tradimenti di Lidia. Non solo con Mannina, ma anche in precedenza con un cugino di Dritan.  A lui, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Como, sono arrivati analizzando le utenze telefoniche delle persone in contatto con Demiraj nei giorni precedenti gli omicidi. Hanno individuato quella del conoscente che ospitava il ragazzo a Roma, e sono quindi arrivati a lui, risalendo a identità e immagine presente nella banca dati dei fotosegnalamenti. A Rimini avrebbe aiutato i due adulti nel seviziare Mannina, con una mazza da baseball e una sciabola, a Mozzate era invece sceso dall’auto per dare da palo a Dritan, mentre scendeva nel sottopassaggio della stazione e uccideva Lidia. Era poi scappato in Francia, ospitato da un centro di accoglienza per minorenni a Troyes, dove è stato individuato grazie a una collaborazione tra Nucleo di Polizia Giudiziaria della Procura dei Minori di Bologna, competente per i reati commessi a Rimini, Centro di Cooperazione Polizia Doganale e Sirene, una struttura di coordinamento internazionale che attiva l’ufficiale di collegamento tra polizie dei vari Stati. L’ordinanza di custodia cautelare chiesta per lui, è stata tradotta e notificata in Francia, in attesa di consegnargli il provvedimento originale, quando metterà piede in Italia nei prossimi giorni.