"E' lui l'assassino". La ricostruzione della mattinata di follia di Omar Querenzi a Como

La Procura contesta al 33enne fermato per due aggressioni anche l’omicidio dell’uomo trovato cadavere a bordo di un’auto. La crisi d’astinenza, la notte al Sant’Anna e la scia di sangue

I rilievi sul luogo del delitto e Omar Querenzi, arrestato per le due aggressioni

I rilievi sul luogo del delitto e Omar Querenzi, arrestato per le due aggressioni

Como, 13 agosto 2022 - Parla, ma pronuncia solo frasi confuse e sconnesse. Troppo poco per essere considerate ammissioni anche parziali di quello che ha fatto giovedì mattina, quando in un poco più di un’ora, nel tratto di strada che separa l’ospedale Sant’Anna al quartiere di Rebbio, ha sfogato contro chiunque gli capitasse a tiro la sua irrefrenabile rabbia. Secondo la Procura di Como sul suo cammino è finito anche Giuseppe Mazza, il senza fissa dimora di 76 anni che è stato trovato morto alle 17 a bordo della sua Volkswagen Lupo che da tempo era diventata anche la sua casa, con la carotide squarciata da parte a parte.

Quando lo hanno ritrovato, grazie a un ragazzo che era uscito di casa per una commissione e si è accorto di quell’uomo accasciato nell’abitacolo con una gamba che spuntava dalla portiera aperta, Omar era già in stato di arresto da alcune ore, fermato per le precedenti aggressioni. Ieri i magistrati hanno deciso di indagarlo a piede libero anche per omicidio, in aggiunta all’altra inchiesta già aperta per le aggressioni. Anche se l’incredibile sequenza di violenze si è consumata in poco più di un’ora, il delirio di Omar Querenzi era iniziato dodici ore prima, alle 16.30 di mercoledì, quando si era rivolto al Pronto soccorso dell’ospedale Sant’anna di San Fermo della Battaglia, lamentando un malore, forse provocato da una crisi di astinenza.

Come si fa in questi casi i medici si sono occupati di lui tenendolo in osservazione fino al mattino successivo, ma Querenzi ha iniziato fin da subito a dare in escandescenza. Già poco dopo il suo arrivo se l’è presa con un’altra paziente e per farlo stare tranquillo sono dovuti intervenire i vigilantes dell’ospedale. L’indomani mattina Querenzi è stato dimesso e se n’è andato poco dopo le 9, ancora agitato perché non ha avuto neppure la pazienza di attendere che i medici gli consegnassero i certificati. Alle 10 la prima aggressione, appena uscito dall’ospedale, alla fermata del bus dove ha ferito con una bottigliata un bambino di 8 anni che stava aspettando il padre, impegnato in alcuni esami.

Per fortuna il bimbo era in compagnia dello zio che è subito intervenuto allontanando Querenzi il quale, in pieno delirio, si è diretto a piedi verso Como. Mentre lui si allontana al posto di polizia del Sant’Anna è arrivata la segnalazione dell’aggressione. Gli agenti ci hanno messo un istante per capire che si trattava di Querenzi e hanno dato l’allerta alle Volanti. Il trentatrenne nel frattempo era riuscito a minacciare una famiglia che ha incontrato sulla sua strada, anche in questo caso prendendosela con un bambino al quale ha mostrato minacciosamento la bottiglia di vetro che teneva in mano.

Mezz’ora dopo, alle 11, alla fermata del bus di via Giussani si è imbattuto in un ragazzo del Salvador di 23 anni, richiedente asilo, che vive a Como. Omar Querenzi lo ha avvicinato pronunciando una frase incomprensibile che la sua vittima ha interpretato come una richiesta di informazioni, a questo punto all’improvviso gli ha sferrato un pugno stringendo nella mano un pezzo di vetro. Solo per un caso il ragazzo ha fatto in tempo a ritrarsi, ma è stato colpito vicino alla carotide. il giovane ferito e sanguinante è riuscito a sfuggire al suo aggressore e a chiamare aiuto: se l’è cavata con 8 punti e 21 giorni di prognosi e probabilmente si è anche salvato la vita.

Di nuovo allertati al posto di polizia dell’ospedale hanno capito con certezza che si trattava di Querenzi e hanno lanciato una seconda allerta. Alle 11 e 15 la Volante lo ha trovato, a pochi metri di distanza dal luogo dell’aggressione. Quando alcune ore dopo è stato trovato il corpo ormai senza vita di Giuseppe Mazza, con la carotide squarciata con un coccio di vetro, gli agenti della questura di Como hanno immediatamente pensato a quel ragazzo in preda al delirio arrestato poche ore prima.