Strage di Erba, l'avvocato di Olindo e Rosa: "Abbiamo nuovi elementi per la revisione del processo"

«La fine dell’isolamento diurno era un atto praticamente dovuto - spiega il loro legale, Fabio Schembri - non potevano tenerli rinchiusi in una cella per sempre. A noi però più di questo interessa la revisione del processo" di Roberto Canali

 Olindo Romano e Rosa Bazzi

Olindo Romano e Rosa Bazzi

Erba, 28 agosto 2014 - Dopo sette anni e sette mesi trascorsi in completo isolamento Olindo e Rosa potranno finalmente scambiare quattro chiacchiere con gli altri detenuti. Nessuna riduzione di pena per loro, solo l’attenuazione dello strettissimo regime carcerario al quale erano stati sottoposti da quando, nel gennaio del 2007 furono arrestati con la più terribile delle accuse: aver massacrato quattro persone, tra le quali un bimbo di poco più di due anni, accecati dalla follia per cattivi rapporti di vicinato.

Una storia terribile quella della strage di Erba che ha diviso l’Italia e marchiato, forse per sempre, quella coppia che fino ad allora aveva vissuto nel più completo anonimato. «La fine dell’isolamento diurno era un atto praticamente dovuto - spiega il loro legale, Fabio Schembri che insieme alla collega Luisa Bordeaux li ha rappresentati in tutti e tre i gradi di giudizio - non potevano tenerli rinchiusi in una cella per sempre, costretti a godere delle ore negli spazi comuni senza mai poter scambiare una parola con gli altri detenuti. A noi però più di questo interessa la revisione del processo. Non sono Olindo e Rosa gli autori della strage, malgrado l’esito dei processi che si sono tenuti finora, siamo pronti a dimostrarlo ancora una volta di fronte a una Corte in sede di revisione del processo.  Per questo insieme alla mia collega stiamo raccogliendo nuovi elementi di prova che ci permeteranno di riaprire il caso».

Intanto Olindo e Rosa potranno tornare a bere un caffè e scambiare due chiacchiere con gli altri detenuti. Olindo Romano nel carcere di Opera e Rosa Bazzi in quello di Bollate. «Questa decisione sicuramente farà loro piacere - prosegue l’avvocato Schembri - un passo in più verso il ritorno a una vita normale, che potrà essere completo solo quando Olindo e Rosa dimostreranno la loro innocenza e potranno riacquistare la completa libertà». Olindo e Rosa finora avevano comunque potuto parlare tra di loro. 

Anche se in regime di completo isolamento godevano infatti, come tutti gli altri detenuti, degli incontri coniugali. La legge prevede sei ore al mese di colloqui tra marito e moglie, suddivisi in incontri di due ore l’uno - conclude il loro legale - Sono anni che Olindo e Rosa si incontrano, la novità è che adesso potranno socializzare anche con gli altri. Contiamo di riuscire a presentare tutta la documentazione necessaria per la revisione già entro fine anno. Ci stiamo lavorando da mesi e, senza voler anticipare nulla, posso dire che sono emersi alcuni nuovi elementi molto significativi».