Nuovo forno per bruciare i fanghi

In città arriveranno i residui dei depuratori di quattro province della Lombardia

Migration

C’è aria di grandi novità a La Guzza dove Acsm Agam di aggiugere una linea, la terza, al termovalorizzatore per bruciare dopo i rifiuti anche i fanghi di depurazione. Un investimento da oltre 57 milioni di euro per intercettare un business già fiorente e destinato a crescere entro i prossimi anni, un po’ per le leggi che vietano di impiegare i fanghi in agricoltura e un po’ per il trend in aumento di questi rifiuti, destinati a crescere in quantità mano a mano che i depuratori diventeranno più sofisticati. Il progetto è stato presentato ieri in anteprima alla stampa, in attesa di essere mostrato ai comaschi nei prossimi giorni, e punta a essere realizzato entro i prossimi quattro anni. La città si candidata a bruciare con la nuova linea a La Guzza ben 85mila tonnellate di fanghi da depurazione ogni anno, quasi la totalità di quelli prodotti nelle province di Como, Varese, Monza e Brianza e Lecco dove ogni anno se ne producono oltre 100mila tonnellate. Il nuovo forno "a letto fluido“ e non a griglia mobile come gli impianti attuali, brucerà solamente i fanghi e aumenterà in maniera considerevole l’energia elettrica e termica prodotta dall’impianto.

"Si tratterà di uno dei primi termovalorizzatori con questa tecnologia in Italia - spiega Elisabetta Fasola, responsabile del termovalorizzatore di Como - al momento ce n’è solo uno in fase di realizzazione a Sesto San Giovanni. La terza linea sarà realizzata nell’area adiacente all’impianto di termovalorizzazione esistente. La scelta di quest’area è stata dettata da evidenti possibilità di creare sinergie in termini di valorizzazione energetica con l’impianto esistente".

Ad esempio i piazzali, le aree di controllo e pesatura dove verranno stoccati i fanghi che dovranno essere ben essiccati prima poter essere bruciati. Oltre all’energia elettrica il nuovo impianto permetterà di recuperare anche il biogas. "L’attuale impianto presenta dei grossi limiti quando si tratta di bruciare i fanghi, che possono essere sommati ai rifiuti in una percentuale che non supera il 7%. Per questo abbiamo deciso di investire su una terza linea specifica, i due flussi di rifiuti resteranno separati tra di loro. La parte legata alla combustione è a letto fluido, ovvero un forno a cilindro con sabbia all’interno del quale saranno iniettati i fanghi che bruceranno immediatamente con poca aria". L’80% del peso dei fanghi è infatti costituito da acqua, per questo sarà fondamentale essiccarli fino al 35% in maniera tale da consentire una corretta combustione che permette al materiale di bruciare ed essiccarsi insieme. L’efficienza raggiunta da questo nuovo tipo di impianto permetterà di ottenere un surplus di energia".

Roberto Canali